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La sete del mondo... La solidarietà è legge di famiglia

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Il caldo torrido della scorsa estate ha fatto emergere tanti dei nostri problemi personali, sociali, economici ed ecologici. Che sete! Ora tutto è passato, ma il ricordo evoca in noi la sensazione di un pericolo ancora imminente e di un bisogno drammatico davanti al quale ci sentiamo impotenti.

Quella sete evoca in noi un'altra sete che ci affligge ancora più internamente della mancanza d'acqua nell'arsura estiva.

Di che cosa abbiamo sete? 

   Certamente abbiamo bisogno di salute, ma anche di compagnia, di attenzione, di serenità e di armonia attorno a noi. Abbiamo sete di pace in mezzo a tante guerre, ma anche di giustizia e di lavoro. Abbiamo bisogno di valori autentici, e non solo effimeri e fittizi, di amore, di solidarietà, di rispetto e di dignità, di fiducia nel futuro.

   In quest'autunno, alla ripresa dell’attività, ci troviamo davanti tutti i problemi irrisolti, perché presto o tardi "i nodi vengono al pettine" e le promesse, non mantenute, non ci lasciano in pace.

Chi ci aiuterà?

   Ormai sappiamo che non ci saranno di grande aiuto i chiacchieroni che tentano di imbonirci con molte parole e qualche "sparata". Ci lasciano con la bocca amara; non aumentano né le risorse né la speranza.

   Il ricordo delle vicende del secolo scorso (non è poi tanto lontano, si è chiuso solo tre anni fa!) ci fa vedere dove ci conduce la ragione umana quando vuol fare da sola. Aveva promesso un mondo di benessere e di pace, illuminato dal sole della libertà o da quello dell'avvenire. Ma siamo tragicamente finiti nei lager e nei gulag. No, quelle strade non sono quelle della salvezza.

   All'alba del nuovo millennio, abbiamo coltivato una nuova speranza: un "nuovo ordine mondiale", fondato sulla libertà del mercato e sull'intraprendenza umana. Prometteva lavoro, sviluppo, crescita, pane, salute e istruzione per tutti. Lo slogan: "Se produciamo di più, ci sarà benessere per tutti, anche per i poveri". Ma il libero mercato non si preoccupa di chi non riesce ad entrarci.    Così i poveri e i paesi poveri stanno diventando sempre più poveri e non riescono a uscire dal labirinto della povertà. Le promesse si moltiplicano, ma i tempi per mantenerle si allungano sempre più.

   Neppure il dialogo tra i responsabili delle nazioni, a livello di organizzazioni mondiali, sembra aiutarci ad uscire da questo impasse.

Il virus della giungla

   È come se ci fosse un virus che disorienta e blocca ogni tentativo di andare nella giusta direzione. Abbiamo sete, ma contribuiamo noi stessi a far crescere la siccità. Fuochi e incendi consumano quel po' d'acqua che resta. Così ci imbrogliamo gli uni gli altri.

   Basta guardare con un po' d'attenzione quello che sta succedendo. È lo stesso sviluppo ad accelerare siccità e degrado dell’ambiente. Non è solo la pioggia, ma la negligenza dell'uomo, a causare slavine e inondazioni. Non sono sempre i fulmini a provocare gli incendi. Chi fa alzare i prezzi non è l'euro, ma l'avidità di chi specula. Chi vuole le guerre sono quelli che poi proclamano di essere i liberatori. 

   L'uomo ha la tremenda responsabilità di imbrogliare gli altri, imbrogliando se stesso. Il Papa ce lo ha ricordato ormai troppe volte: se il mondo vuole prescindere da Dio e dalla sua Parola, se vuole fare da solo, si trasforma in una giungla dove il più forte ha sempre ragione.

"Fare del mondo una sola famiglia"

   La nostra salvezza sta nel far ritorno al vangelo e al progetto di Dio, che invita tutti nell'unica sua famiglia, fratelli e sorelle tra di noi. Una famiglia in cui si condivide il bene e il male, facendoci carico gli uni degli altri. 

   La solidarietà è la legge del nostro mondo globale. È stato unificato in molti aspetti esterni, ma cerca ancora un cuore che lo unifichi veramente. Solo Dio e il suo Cristo possono fare questo miracolo. Anzi, hanno già provveduto a farlo.

   Ora tocca a noi "fare del mondo una sola famiglia", come diceva mons. Guido Conforti, di cui il 5 novembre ricordiamo la nascita al cielo. Egli ci ha voluto come famiglia perché potessimo essere un piccolo nucleo attorno al quale si coagulasse la ricerca dell'unità del mondo nella solidarietà.

È questa la missione e l'impegno dei missionari saveriani e dei loro amici.



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