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La preghiera dei poveri, Un consuntivo dell'anno che finisce

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Quattro caccia bombardieri spiccano il volo dall'aeroporto militare di Ghedi, non lontano da Brescia, verso l'Afghanistan. A bordo, strumenti sofisticati ad alta tecnologia d'avanguardia per la difesa e la ricognizione di obiettivi sensibili. Per soddisfare la richiesta della Nato... Lo stesso giorno, un'altra richiesta di una madre addolorata è stata esaudita: poter riavere in casa il corpo esanime del figlio, per le ultime ore prima di deporlo nella tomba. Vito è morto a 17 anni per il crollo di un soffitto nel liceo scientifico di Rivoli a Torino.

"Non c'erano i soldi per controllare la stabilità della scuola e metterla in sicurezza"; "le scuole a rischio e fuori norma sono molte, la maggior parte"; "il piano c'è, ma è fermo da sei anni per cause burocratiche"; "il governo non ha i fondi per....". Le motivazioni si trovano sempre - e sono tante - per non fare quello che serve. Per far partire i quattro Tornado i soldi c'erano, e ci sono per farli volare ogni giorno, almeno per un anno intero.

Chi è che giudica e decide se ci sono i fondi o non ci sono? E dove devono essere dirottati? E quali sono i veri bisogni e le priorità?

Nell'anno che sta per finire abbiamo vissuto contraddizioni infinite, che ci hanno sconcertato e fatto riflettere profondamente. Ognuno di noi può farne un elenco nella propria memoria, a seconda della sua sensibilità e apprensione. Ogni punto suscita domande semplici ma essenziali, che terminano sempre con il punto interrogativo sulla responsabilità della decisione finale: a chi tocca staccare o attaccare la spina? A chi tocca decidere se aprire o chiudere il rubinetto? A chi tocca azionare i binari di scambio per il flusso dei beni e del denaro?

Per chi ha gli occhi aperti e la mente sana, vince l'amore misericordioso e giusto delle suore che implorano di avere con loro l'amata Eluana, per prendersene cura come una figlia e una sorella. È sempre e dovunque così.

Serve un nuovo patto di responsabilità. Il Pontificio Consiglio "Giustizia e Paece" sottolinea l'esigenza di un nuovo accordo finanziario internazionale che non escluda i Paesi poveri. "Oggi appare chiaro che la sovranità nazionale è insufficiente, non è possibile contare solo sulle politiche interne per raggiungere gli obiettivi nazionali. Il confronto necessario tra i Paesi più ricchi deve rilanciare una cooperazione aperta e inclusiva, che è particolarmente importante in materia di finanza per lo sviluppo. La dottrina sociale della chiesa - afferma il documento - deve dare il suo contributo sia alle questioni sul tappeto, sia alle questioni che pur essendo importanti per gran parte del mondo non ricevono l'attenzione che meritano".

Nell'attuale sistema economico mondiale ci sono almeno due paradossi: i Paesi poveri del sud finanziano i ricchi del nord e gli stessi cittadini poveri del sud devono emigrare e lavorare al nord per sostenere le famiglie rimaste al sud con i loro stipendi. Non è forse giunto il momento di una vera e propria rifondazione del sistema delle istituzioni economiche e finanziarie?



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