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La poesia di Papa Karol Wojtyla

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Un papa, un uomo e un poeta. Tre profili della personalità di Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II, sui quali ha parlato la poetessa Pina De Felice. L’incontro, organizzato dall’Associazione culturale Phonè in collaborazione con il Santuario Madonna della Grazia e l’Associazione culturale Anassilaos, alla presenza dei chitarristi Saverio Chirico e Leonardo Barbagallo, si è svolto il 9 luglio nel tempio mariano di Gallico con una notevole presenza di pubblico.

Tanto si è sempre saputo di quest’uomo venuto da lontano nelle vesti di capo della chiesa, ma poco dell’uomo e ancora meno del poeta. Sono aspetti che hanno alimentato e arricchito il suo mandato fondato sulla tutela della dignità di ogni uomo e ogni donna, attraverso la difesa dei diritti considerati nella dimensione terrena e metafisica.
Di papa Wojtyla ha stupito la sua passione per ogni espressione artistica, con particolare interesse nei confronti del Teatro rapsodico, dove a primeggiare non era il gesto o la parte scenica, ma la parola che nella sua poesia diventa addirittura parola teologica e verso la quale egli ha nutrito una vera devozione.

La relatrice ha messo in evidenza come i temi trattati nelle sue poesie avrebbero, in seguito, caratterizzato il pontificato: sguardo aperto sull’animo umano e sul mondo, che lo dispone alla contemplazione di Dio per lui padre e madre, sulla Vergine Maria e sul mistero della vita umana. Per lui, la vocazione, la fede e la poesia sono state strade convergenti verso una meta in cui bellezza e vero si incrociano e aprono l'anima all'Infinito, a Dio, sorgente di tutto.

La sua spiritualità lo portò a essere vicino al mondo del lavoro, essendo stato un operaio egli stesso. Evidente nei suoi lavori la lettura metaforica tra la grandezza del lavoro e la dignità umana. La poesia di Wojtyla ha affrontato anche temi politici, soprattutto per quanto riguarda la sua amata Polonia che immagina come un albero ferito, pronto però per l’innesto.
La prof.ssa De Felice conclude il significativo viaggio poetico di papa Wojtyla con una riflessione sui versi del Trittico Romano che il papa compone dopo venticinque anni di inattività creativa. E qui la sua poesia diventa contemplazione davanti al creato dove si inseriscono, in attesa di risposte, le domande della storia, della sofferenza, delle paure e delle speranze umane.



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