La parrocchia di Kitutu ha 50 anni
Il 4 maggio 1967, p. Giuseppe Arrigoni, originario di Ranchio (FC), lascia Kamituga per diverse interpretazioni sul problema dell’iniziazione tribale dei warega (kimbirikiti) e arriva nel villaggio di Kitutu, dopo un difficile viaggio sulla pista da Kibe a Kitutu. All’inizio, lo aiutano p. Angelo Berton, p. Camorani e p. Querzani. I Missionari d’Africa, definiti popolarmente Padri Bianchi, non erano riusciti a trovare l’accordo col capo locale Longanghi. Per trent’anni, da Kamituga servivano l’Urega verso Shabunda e Mwenga, alternandovi le feste di Pasqua e Natale.
Fratel Angelo Ferrari ha iniziato i lavori della chiesa di Santo Spirito nel 1972, consacrata due anni dopo da mons. Danilo Catarzi, che aveva partecipato al Concilio Vaticano II. P. Querzani curava la pastorale sanitaria seguendo il lebbrosario di Kagelagela e preparando l’arrivo e l’accoglienza delle suore delle Compagnia di Maria per il foyuer e il dispensario, nel 1973. Lasceranno il dispensario nel 1995 per vari motivi, prima dell’arrivo delle Forze Armate ruandesi.
Scrive p. Querzani: “Nel 1970, quando, a 27 anni, sono arrivato pieno di entusiasmo, non potevo immaginare l’enorme cumulo di sofferenze e umiliazioni che i congolesi avrebbero dovuto subire nel corso di questi 48 anni. La dittatura del presidente Mobutu, e le nefaste conseguenze sulla popolazione con corruzione, povertà, soprusi e violenze, sono durate 32 anni. La cosiddetta liberazione e la sua cacciata, avvenuta nel maggio 1997 con la massiccia partecipazione delle truppe ruandesi e ugandesi, si è rivelata poi un’autentica occupazione militare del Congo”.
Il periodo più difficile della parrocchia di Kitutu coincise con l’invasione del Kivu da parte delle Far, come p. Natalino Tommasi ha raccontato anche su “Missionari Saveriani” nel dicembre 1999. Quest’anno, attraverso un opuscolo, si sono ricordati i 50 anni della fondazione della parrocchia e dei saveriani, che vi hanno lavorato. P. Querzani, che ha cinquant’anni di missione sulle spalle, ha contribuito pure alla costruzione della parrocchia di Buholo a Kadutu, Bukavu, con la collaborazione dei fedeli amici della diocesi di Faenza. Tutto è testimoniato da una lapide ricordo.