La missione nel dna di questa terra Vicentina
Sono nato a Meldola, in provincia di Forlì, nel 1940. Ho vissuto 44 anni in Amazzonia con gli indio, esercitando anche la funzione di superiore dei saveriani in Amazzonia. Da qualche mese mi trovo nella comunità saveriana di Vicenza.
Ho conosciuto la gente e i santi vicentini
Le mie impressioni iniziali sono già molto positive. Ho riscontrato la cordialità e l’amore per la missione della gente vicentina. Ho già contemplato l’immagine della Madonna di Monte Berico, che con il suo manto accoglie e protegge tutti, anche l’ultimo arrivato. Ho conosciuto la vita di santa Bertilla con le sue massime:
“Tutta la gloria a Dio, tutta la gioia al prossimo, tutto il sacrificio per me”.
Ho ammirato il mosaico di don Ottorino Zanon, esposto nella casa madre di San Gaetano con la scritta, “Sono al mio posto?”. E, infine, ho gioito nel vedere la piccola statua di san Giuseppe, collocata nella cappella dove riposano le spoglie del servo di Dio p. Pietro Uccelli.
Sono tanti i missionari…
Si sa che i vicentini sono persone generose, di fede missionaria. La prova sta nella presenza di tanti sacerdoti “fidei donum”, di religiose e religiosi di questa regione in tante nazioni dei cinque continenti. E poi la partenza di molti giovani (110 quest’anno!) che dedicano alla missione lunghi tempi di preparazione e poi le vacanze estive.
Lo provano i missionari saveriani nel Veneto: alcuni di loro, in questi mesi, si trovano proprio da queste parti per le vacanze in famiglia o per controlli medici, e sono venuti a trovarci. Arrivano dalla Sierra Leone: p. Evelino Basili (di Cornedo Vicentino) e p. Franco Manganello (di San Martino di Lupari); dall’Amazzonia: p. Andrea Gamba (di Padova), p. Arnaldo De Vidi (di Treviso), p. Danilo Lago e p. Renato Trevisan (di Caldogno), p. Paolo Andreolli (Cagnano), p. Claudio Bicego (di Valdagno); dal Messico: p. Danilo Boschetto (di Chiampo), p. Lino Perazzolo (di Camisano).
Ognuno con la propria storia
Vengono dall’America latina o dall’Africa, e tutti con una vita di missione speciale, per la loro storia e per le diverse circostanze di tempo e luogo in cui sono stati chiamati a evangelizzare. È interessante il fatto che, più che evangelizzare, questi missionari dichiarano di essere stati evangelizzati dalla gente. La loro esperienza garantisce che in ogni popolo e in ogni cultura Dio è presente e agisce.
Perciò i missionari, durante il periodo di riposo in Italia, raccontano alla chiesa locale, non tanto ciò che loro hanno costruito, ma quello che Dio opera nei vari luoghi di missione.