Con l’estate, le finestre si sono aperte sul mondo. Tanti gruppi sono partiti e rientrati dai vari continenti. Il viaggio, se vissuto con cuore aperto e in spirito di servizio e di fede, è un’occasione di fraternità. Non è solo turismo, ma conoscenza e ascolto; è incontro reciproco che non si dimentica.

Ho davanti agli occhi l’icona di Maria in viaggio per incontrare Elisabetta nel tempo del parto. Le strade del mondo continuano a essere le vie del vangelo. Dio parla attraverso il libro della vita: la natura, gli avvenimenti, le aspirazioni e le sofferenze dell’umanità.

Ricordo un’uscita recente sulle montagne. Ero con gli amici davanti alle cascate Nardis, sulle Dolomiti. Era freddo, il cielo coperto, lo sguardo concentrato sulla cascata. Mi è sembrato di vedere un segno di Dio-Trinità. L’acqua abbondante e limpida (il Cristo), la corrente impetuosa (lo Spirito), la fonte nascosta e sempre viva (il Padre). Commosso, ho fatto il segno della croce.

Riscopro il segno della croce come un abbraccio di misericordia verso di noi.

Dio Padre-Figlio-Spirito ci avvolge con il suo amore. Questo abbraccio mi ha dato tanta gioia. Ho pensato a Guido Conforti, beato umile e giusto, mentre guardava Cristo crocifisso. Lì era fisso il suo sguardo e con lui egli amava l’umanità. Con lui possiamo avere il coraggio di guardare con amore e speranza il futuro dell’umanità. Amando ci ritroviamo anche noi nella sua corrente di vita, offrendo all’umanità il servizio del vangelo e della carità.

L’abbiamo sentito attraverso i missionari venuti dai vari continenti per il Capitolo generale dei saveriani. Li vediamo nella luce di Gesù che predica il regno di Dio, incontra la gente, dialoga, perdona, guarisce. Egli fa emergere la vera bontà dal cuore della gente; aiuta ad affrontare in modo nuovo i problemi della vita; chiama un gruppo di uomini e di donne a stare con lui e a conpidere la sua missione.

Anche oggi Gesù continua la sua opera: rivela il Padre e porta nello Spirito Santo la vita di Dio attraverso i suoi discepoli. Penso a tutti i nostri missionari saveriani che, con altri fratelli e sorelle, seminano la parola di Dio nel mondo. La crescita è legata a ogni persona e ogni popolo. Solo Dio conosce i tempi del raccolto. Con loro vediamo crescere "germi" di perdono e di fraternità.

Nella grande Asia, percorsa da antiche correnti di luce, da mutamenti nuovi legati alle ideologie e all’economia, impariamo il valore del dialogo, dell’ascolto umile della multiforme sapienza di Dio e cerchiamo di continuare accanto alle minoranze cristiane la sua presenza di Nazareth.

L’Africa vuole dignità. Le nostre comunità sono impegnate con la gente nel superamento dei conflitti, spesso nella lotta della sopravvivenza. Il vangelo è una forza significativa di aggregazione e di speranza. L’insicurezza è pane quotidiano, ma c’è anche la gioia della vita che cresce.

Nelle Americhe, con la gente delle metropoli e delle favelas insieme alla chiesa locale, viviamo le proposte e le attese del regno di Dio. È il continente che porta in sé i tratti dello squilibrio del nostro mondo: estremi di ricchezza e di povertà, ma anche intuizioni e segni di speranza.

Siamo nell’Europa dai nuovi confini, dove Dio sembra assente e il vangelo non è più considerato fonte di riferimento. Un mondo in cui l’isolamento e la solitudine sono una condizione sempre più diffusa. C’è sete di Dio. C’è bisogno di una nuova evangelizzazione per riaccendere la speranza e costruire rapporti di fraternità. I diritti umani non bastano. C’è bisogno di nuova vita - che è amore - nelle relazioni tra gli inpidui e tra i popoli.

Per questo siamo convinti che il mondo abbia bisogno più che mai della missione di Gesù.