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La missione chiama: Profondamente commosso

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Gesù missionario! Sì, è una lettura vera della sua persona e del suo messaggio. Gesù è mandato dal Padre per noi che abbiamo fame e sete di luce e di amicizia, necessità d'imparare ad amare per essere felici. La sua venuta è un'immissione di vita per l'umanità, per tutti i popoli della terra, chiamati a superare fratture e violenze (il peccato) e a costruire rapporti di fraternità.

Certo, è un missionario unico: è il volto umano di Dio. Il dono della redenzione scende come pioggia sul terreno arido ed è offerto a tutti. Penso soprattutto alla vocazione di Gesù e sono profondamente commosso. È il Signore, ma è anche uomo come noi, fratello di ogni uomo e donna.

Ho ascoltato più volte il racconto di chi torna dalla sua terra. Mi sembra di cogliere qualcosa della sua umanità pensando ai luoghi che mi hanno descritto, alle strade, ai campi, al lago di Galilea, alla fontana della Vergine a Nazareth, agli ulivi di Gerusalemme, alla strada stretta della croce. Gesù nasce nella semplicità, in una delle grotte che ancora oggi - così mi hanno detto - si vedono a Betlemme. Cresce nel piccolo centro di Nazareth: bimbo, giovane, lavoratore. Tra la gente, insieme a tutti.

Gesù missionario è sempre in movimento. "Dovunque giungeva in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze...". Chiama i primi quattro discepoli: "seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini". È una con-vocazione. Un invito incondizionato, legato all'atto di fede nella sua persona, che implica attaccamento a lui e alla sua missione. Non nasconde i rischi e i disagi dell'itineranza evangelica: allo scriba che vuole seguirlo, risponde: "Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".

La chiamata a seguirlo (sequela) è rivolta al singolo, ma la missione è affidata a tutto il gruppo. La formazione avviene "stando con Gesù". Insegna che nella sua comunità "chi vuol essere primo, sia ultimo di tutti e servo di tutti". Lava i piedi ai discepoli, mostrando in modo evidente lo stile della sua comunità: il servizio, il dono di sé, una famiglia riunita attorno a lui, dove regna la comunione: perché "tra voi siete tutti fratelli". Una comunità che si edifica e rinasce, sul perdono e l'amore reciproco.

Gesù, missionario del Padre, ascolta la gente, vive i problemi di tutti, sente compassione delle folle stanche e sfinite. Dialoga con la donna samaritana, libera la figlia della donna cananea (pagana) che chiede le briciole dei figli. Guarisce i malati. Ha bisogno degli altri, dei dodici e delle donne che li assistono con i loro beni.

Gesù annuncia un Dio che ama, che fa il primo passo e offre un rapporto nuovo e personale di amicizia verso tutti, gratuitamente, senza tener conto se l'uomo lo meriti o no. Gesù che è Dio, si è incarnato partendo dagli ultimi. Oggi non possiamo dimenticare tutti coloro che godono di poca considerazione: migranti, donne di strada, ragazzi delle periferie... A Gesù non importa né il successo né l'insuccesso. La sua passione è di essere Uno con il Padre, donando la vita per la salvezza: gioia - libertà - pienezza per tutti.

Per capire il missionario Gesù bisogna diventare semplici, capaci di ascolto, disposti a collocarsi con lui nel vero centro della vita, oltre se stessi, per diventare dono. In relazione bella con gli altri. Certo con una natura ferita e limitata come la nostra, siamo chiamati a camminare controcorrente, portando come lui la croce.

Ma è anche la scoperta del tesoro nascosto da godere e da condividere con tutti!



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