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La missione chiama: Kum! Invito che apre alla gioia

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Sono colpito dalla presenza del male che c’è nel mondo: peccati personali e strutture di peccato, veri abissi di sofferenza per gli inpidui e per intere popolazioni.

In Italia siamo rimasti turbati dal delitto compiuto a Erba, da una coppia di sposi, nell’apparente normalità. Le vittime: un bimbo, la madre, la nonna, una vicina.

Quella sera ho ascoltato in TV i commenti dello psichiatra Andreolli. Ci aiutava a capire "la malattia dell’odio"; spiegava che la normalità, senza punti di riferimento, può portare all’esasperazione del proprio io, fino alla follia. Davvero la menzogna del vuoto non soddisfa; le relazioni in funzione del proprio tornaconto affondano.

Dal Ciad, in Africa, scrive un confratello: "Noi lottiamo per la sopravvivenza, viviamo come possiamo. Moriamo di Aids e di malaria come le mosche; i nostri figli non vanno a scuola; siamo in balia di chiunque porti una pisa; l’impunità e l’insicurezza sono il nostro pane quotidiano".

Ma sono stupito ancora di più dall’invito che Dio, in molti modi, continua a rivolgere ai suoi figli nei vari angoli del pianeta: "Vi radunerò da ogni terra, io vi purificherò, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Ez. 36,24-28). Tutto accade quasi nel silenzio, come nell’ombra dell’umiltà di Dio, che si è manifestata sulla croce di Gesù. È un annuncio di verità e di consolazione che continua oggi, come un fiume che percorre strade di luce e vicoli di buio, nel ventre della terra.

È la via della missione. Dio chiama e manda i suoi profeti.

Giona è un esempio. La parola di Dio a Giona: "Alzati, va' a Ninive, la città grande, ed esclama contro di lei. Perché è salito il loro male al mio volto". Così il profeta Giona si racconta: "Nella nostra lingua, alzati si dice kum: pronunciato da Lui, fu per me un tuono, anziché una voce. E gli uomini di Ninive fecero verità. È una fede che parte dal basso. Il cielo manda la sua parola nelle strade...".

Ma la grande novità di oggi è questa: "Ecco, ora qui c’è più di Giona". Gesù stesso lo dice rispondendo a chi gli chiedeva un segno, indicando la croce come strada della sua e della nostra missione.

Kum, kum, kum…! Come l’onda del mare che si ripercuote nei tempi, Dio continua a ripetere: "Alzati, va' a Ninive, a Kinshasa, a Rio de Janeiro, a Tokyo…". Egli, nella sua misericordia, continua a chiamarci alla "vita". Ha chiamato anche me, al tavolo dei peccatori, come diceva Teresa di Lisieux. Mi ha visto da lontano, mi è corso incontro, mi ha gettato le braccia al collo e mi ha baciato. Tante volte mi ha rialzato…

È la storia della mia povertà e della sua bontà. Cominciarono Andrea e Giovanni, poi tanti altri che accolsero la sua parola. Lo videro appeso sulla croce, lo incontrarono risorto. Mangiarono con lui e li rassicurò: "Sarò sempre con voi fino alla fine dei tempi… Andate, battezzate tutte le genti, insegnate tutto ciò che vi ho comandato". Essi furono pieni di gioia. Era accaduto un fatto straordinario che aveva cambiato tutta la loro vita: "Sappia con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Dio che voi avete crocifisso!" (Atti 2,36).

L’evento Gesù è uno scoppio di vita che si diffonde come la luce del sole.

"Da lui che ha versato sino all’ultima stilla del suo sangue per l’umano riscatto, imparate a sacrificarvi per i fratelli" - è la frase del beato Conforti, scritta ai piedi del Crocifisso, che ha segnato il carisma della missione di noi, missionari saveriani.

Gesù è il volto umano di Dio, il segno della sua misericordia. I segni della sua presenza sono impressi in coloro che lo hanno accolto. Essi sono comunità, sono chiesa. Egli continua a essere in mezzo a loro. Non è più legato al tempo e allo spazio. È libero davvero. È nella condizione di raggiungere ogni persona. "Non abbiate paura - aveva detto ai suoi amici - gettate le reti al largo".

È la risposta alla sete di pace e di fraternità che sente il cuore di ogni uomo.

Come dice don Benzi: "Comunica Cristo senza sconti, con forza, anche a costo della vita". La veglia dei martiri missionari ci illumini.



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