La missione chiama: È iniziato l’anno sacerdotale
Sono in chiesa con i missionari anziani e malati. Preghiamo insieme: il cuore è aperto a Dio e al mondo. Siamo uniti ai popoli con cui abbiamo percorso una parte importante della nostra vita, e ai confratelli soprattutto più giovani che continuano a portare l'annuncio: "Cristo è vivo!". Lo stesso annuncio affidato agli apostoli. Essi hanno fatto del vangelo l'opzione fondamentale della loro vita.
Guardo il Crocifisso. In lui vedo il sacerdozio nuovo e perenne, vedo il sacrificio della nuova alleanza che si fonda sul dono di sé e diventa energia di fraternità e di guarigione piena (in greco salvezza è "sozein", ossia guarire). In lui tutto ha senso, anche l'offerta silenziosa di un corpo malato o di una mente stanca. Infatti, solo la partecipazione al sacrificio di Cristo rende autentico l'annuncio!
Sono attratto dal nuovo sacerdozio di Gesù. Con l'incarnazione, il Figlio di Dio si è unito a ogni uomo. Il concilio Vaticano II ce lo ha ricordato: "Ha lavorato con mani d'uomo, ha amato con cuore d'uomo; con il suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita". Gesù era veramente uomo, nella concretezza: "avevo fame e sete, ero carcerato e forestiero... e voi mi avete assistito".
La sua offerta in croce è stata l'adesione alla volontà del Padre per la vita del mondo, attraverso la completa solidarietà con la situazione drammatica degli uomini peccatori. Si tratta di un sacerdozio nuovo con un sacrificio nuovo, che continua e genera vita attraverso i suoi fratelli.
C'è un mistero all'origine della chiesa: è la missione di Cristo e il rapporto interiore e profondo con la chiesa, che è il suo corpo. Dall'esterno non è possibile capirlo. I presbiteri sono istituiti "custodi " e "pastori" per garantire alla chiesa la continuità del messaggio di Gesù, trasmesso attraverso gli apostoli: "come il Padre ha mandato me anch'io mando voi". E il vangelo non può essere trasmesso che nello stile del vangelo stesso.
"Se ti chiama - dico ai giovani - non aver paura, perché lui cammina davanti a te". Certamente è utile lo studio..., ma - ricorda papa Ratzinger - "è necessaria quella scienza dell'amore che si apprende solo nel cuore a cuore con Cristo. È lui infatti a chiamarci per spezzare il pane del suo amore, per rimettere i peccati e per guidare il gregge nel suo amore". La tua vita donata con semplicità, illuminata dalla presenza del suo Spirito, è risposta all'attesa di tanti.
Ciascuno nella comunità ha un proprio dono dallo Spirito per l'edificazione della comunità stessa. Ma singolare è il rapporto tra il sacerdote e la comunità: a lui è conferito il dono e il dovere di edificare la comunità per farla crescere. Per questo Paolo scrive: "potete avere diecimila maestri in Cristo, ma non avete molti padri...".
La paternità del sacerdote ha consistenza nei fatti. Essa è dono concreto della sua vita alle chiese, per le quali ha consumato tutto se stesso. Il pensiero torna ai tanti fratelli missionari sacerdoti che, spinti dallo spirito del Risorto, continuano il cammino del Signore Gesù, viandante, ancora capace di dialoghi e di incontri con quanti cercano Dio.
È la missione della chiesa in cui respira la nostra famiglia saveriana: missionari che continuano i dialoghi di Gesù cominciati con Nicodemo e la Samaritana; la moltiplicazione dei pani tra i popoli che portano il peso di tante ingiustizie; la liberazione e l'amore per i più poveri con la forza della sua parola; la proposta di "fare di Cristo il cuore del mondo".