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La missione chiama: Coraggio, occorre un bel tuffo

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Davvero è festa: "Egli è vivo!". È l'annuncio che al mattino di Pasqua le donne corrono a portare agli apostoli ancora increduli. "Gesù è risorto!". È il grido gioioso che irrompe con forza travolgente dal cuore delle comunità cristiane nascenti e che presto riecheggia ovunque: "È risorto, è vivo!". Come rimanere indifferenti a tale annuncio? E tutto ricomincia con ciascuno di noi, come nel passato così nel futuro. Decisivo è l'incontro con Lui. Il cristiano crede perché lui pure "ha visto".

Non si tratta di una bella filosofia, ma di un'esperienza concreta, di un incontro che porta ad aprirsi agli altri. Si vede particolarmente nella condivisione della fatica e della gioia. Diventa vestito per chi ha freddo, stanza per lo studenete, rispetto dell'immigrato, servizio della comunità, assegno per chi ha più bisogno. La sua presenza è sorgente di una profonda felicità.

È questa la festa vera che il cuore umano cerca. Bisogna aprire gli occhi a tanti nostri fratelli affinché vedano e scoprano quale fortuna essi possiedono, spesso senza saperlo. Non sono soli su questa terra. Hanno un Padre che non abbandona i figli al loro destino, non lascia alla sola iniziativa degli uomini il fututro e il rinnovamento della società.

Per questo mondo, segnato da piaghe profonde, Dio si è fatto uomo e, al colmo della sua vita, parve travolto dal male. In qualche modo, anche attraverso di noi continua l'esperienza di Gesù. Dio vuole che il suo regno penetri ciascuno di noi e tutta l'umanità; ma passa attraverso il nostro sì. "Se l'amore è l'essere di Dio - scrive la teologa Marisa Cerini - è anche l'essere dell'uomo".

Dalla croce anche Egli guardava la folla che amava come se stesso, continuando a donare vita. Guardava il mondo così come lo vediamo noi, con le sue contraddizioni; ma "non dubitava". Con Lui anche i nostri occhi non sono più spenti. Con i discepoli di Emmaus possiamo dire che "ci arde il cuore nel petto mentre Lui parla con noi lungo il cammino".

La nostra speranza, allora, non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo il Figlio di Dio. Se Dio ci ama, tutto è più facile per noi sulla terra. La risurrezione di Gesù è l'irruzione di Dio - amore che porta l'umano alla sua pienezza. Sì, il Dio vivente è Cristo risorto e presente nel mondo. E noi, con le nostre povertà, siamo chiamati a suscitare la festa in mezzo al mondo, a farlo palpitare della gioia che dà pienezza. "Cari amici, testimoniate il Risorto! Fatelo conoscere; ditelo con la vostra gioia e il vostro impegno spirituale, apostolico e sociale": è il messaggio del Papa ai giovani per la prossima GMG.

Mentre sto scivendo sono arrivati Dodji (togolese) e Tommaso (italiano), studenti universitari. Sono amici, si aiutano; sono un segno del messaggio pasquale. La novità cristiana è cominciata, è aperta a tutti! Il mondo si è fatto piccolo e non può che essere legato, nonostante tutto, dalla benevolenza e dall'amore vero.

Il nostro contributo è annunciare Gesù. Il suo amore era audace: non si è limitato a stare bene a casa sua; è andato di paese in paese, di città in città; è andato là dove esistevano i conflitti. Per questo ha rischiato la vita, sacrificandola infine sulla croce. "Il mio più ardente desiderio - ha detto il card. Martini - è che oggi tra i giovani si trovino persone che provano questo amore, lo riconoscono e osano prendere una grande decisione".

Penso a Daniele in Giappone, a Maurice in Colombia, a Carlo in Ciad, a Sante in Brasile... Certo occorre un bel tuffo: il dono di sé. Ci sono molti modi per famigliarizzare con Lui: esistono esperienze, gruppi e movimenti, incontri e itinerari per imparare a pregare e a crescere nell'esperienza della fede. Coraggio!



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