La missione chiama: Con occhi e cuore di Gesù
Come vede Gesù l’umanità di oggi?
Guardando il Crocifisso risorto, ho la certezza di un amore senza limiti per ogni uomo e donna, per ogni popolo della terra; di un dono (grazia) per l’umanità che supera il buio, le chiusure e le frammentazioni con cui essa si presenta. “Anche se i monti e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore” (Is 54, 10).
Gesù ci ripete: “Andate, dite a tutti che Dio è Padre, vi vuole liberi davvero”. È una buona notizia! Siamo tutti suoi figli, fratelli e sorelle, capaci di amare. In Gesù, Dio ha manifestato il suo amore, il vangelo di una vita nuova per ogni creatura. È un annuncio unico per la proposta che fa all’uomo d'oggi di “liberare la sua libertà” dall’incubo del nulla e dalla frammentazione. È la grazia per il nostro tempo.
Conversione significa entrare nel “grande sì” che Dio in Cristo Gesù ha detto all’uomo. Egli conosce le nostre povertà, i nostri vuoti, il nostro peccato; ma anche i desideri migliori del nostro cuore, il bisogno di amicizia vera, di imparare a vivere da fratelli, di cogliere il senso della vita. Mi interrogo: “Ho per il mondo la sym-matéia (com-passione) di Dio?”.
A questa umanità Gesù manda i suoi discepoli, dai vari angoli della terra verso tutta la famiglia umana. “Tutte le chiese per tutto il mondo”, è il messaggio di Benedetto XVI. “La missione della Chiesa - egli ricorda - è più vasta della comunione tra le chiese; questa deve essere orientata anche e soprattutto alla missionarietà specifica. Tutta la chiesa e ciascuna chiesa (sacerdoti e laici) è inviata alle genti”.
La missione non è legata a una nazione particolare, ma al cuore stesso di Dio, al suo spirito. “Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha consacrato e mi ha mandato per annunciare il lieto messaggio ai poveri…” (Lc 4, 18).
La missione di Gesù continua nell’itineranza evangelica dei suoi discepoli, vissuta nella condivisione, nella testimonianza, nella comunicazione serena del vangelo. I segni che li accompagnano sono il perdono e la riconciliazione, il servizio umile e gratuito, la persecuzione e il martirio.
Il dolore di tanta gente, l’attesa di una luce per chi vive nel buio, l’aspirazione a una vera liberazione, sono i motivi dell’urgenza e dell’importanza dell’azione missionaria. Anche e soprattutto nel nostro tempo, che ci impegna a superare barriere (culturali, politiche, economiche) e a inventare rapporti di umanità adatti per una comunità mondiale.
“Tocca a voi - scrive il Papa ai cattolici cinesi - andare nel mondo e annunciare il messaggio dei dieci comandamenti e delle beatitudini”. Tocca a noi, discepoli del Signore tra i popoli dell’Asia, dell’Africa, delle Americhe, dell’Europa, fare reciprocamente e a tutti il dono dell’annuncio del vangelo. “Andate e ammaestrate tutte le nazioni. Io sono con voi...” (Mt 28, 18-20).
Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini dell’incontro del Papa con i giovani a Loreto. Non ha fatto sconti. Ai giovani dell'Italia e del mondo egli ha detto di aprirsi a Dio, che conosce “i volti e i nomi” di ciascuno. Poi la testimonianza viva di p. Giancarlo Bossi: ha commosso tutti con la sua umiltà e semplicità. Ha parlato da vero discepolo - missionario, che riversa la luce del suo Signore sul popolo che ama e con cui cammina, manifestando il cuore della rivoluzione cristiana: voler bene semplicemente, fino a dare la vita. Continua così la missione dell’apostolo Paolo, "vecchio e anche prigioniero per Gesù Cristo”.
Grazie Signore, perché ci hai chiamati a diventare tuoi discepoli. Per il mondo.