La mia casa è la strada
Tracce di spiritualità missionaria
l sensei (maestro) gentilmente poneva la tazza che altrettanto gentilmente aveva preparato con delicati e studiati movimenti. Il gesto, il sorriso e il silenzio rendevano quasi sacro quel semplice gesto di sorseggiare “una tazza di tè”. La “cerimonia del tè” la chiamano; ma è un’espressione che solo in parte sintetizza questa nobile arte orientale. In realtà essa si dovrebbe chiamare “la via del tè”.
Tutta l’arte di vivere
Tutte le arti, tutte le cose più belle che si apprendono, sia quelle della vita sia quelle dell’arte, in Giappone sono considerate “la via” : il suono “do” significa proprio “via”. Alcuni esempi: aikido (letteralmente: la via dell’energia e dell’armonia); sado (la via del tè); kado (la via dei fiori); shodo (la via della scrittura); bushido (la via del samurai) eccetera eccetera.
Fino a shinto, la via degli dei, che è la religione nativa del Giappone. Tutto è un’arte per imparare a vivere. E non si tratta di imparare con la testa velocemente, ma con il corpo, il cuore e lo spirito. Con umiltà, occorre mettersi alla scuola di un vero sensei, perché lui l’arte la insegna in quanto essa è divenuta un tutt’uno con il suo essere.
Come voi immaginerete, non è una cosa che si può fare in un mese e neppure in pochi anni. Come minimo ci vogliono dieci anni per imparare bene. È tutta la vita che viene messa in gioco. Infatti, con ognuna di queste arti si costruisce una persona; si costruiscono atteggiamenti che guidano il cammino quotidiano sulla strada della vita.
In cammino, ma non da soli
La via, la strada, il cammino, il sentirsi pellegrini; crescere e imparare; pazienza e umiltà... Sono queste le parole che descrivono la spiritualità orientale, che non è certamente sconosciuta a noi cristiani. Forse noi siamo sorpresi e incantati dai modi estetici di presentarsi di queste arti - questa estetica, infatti, è una qualità tipicamente orientale.
Ma non possiamo dimenticare quello che Gesù ci ha insegnato: “Io sono la via, la verità, la vita”. Tutta la bibbia, partendo da Abramo, ci ricorda che siamo pellegrini; siamo gente in cammino. Dio stesso, in Gesù, si è fatto nostro compagno di viaggio.
Neppure possiamo dimenticare che in questo cammino, sulle strade del mondo, non siamo gli unici. Abbiamo accanto tanti altri fratelli e sorelle, tanti altri compagni di viaggio, alla ricerca della casa comune. Per tutti, il regno di Dio è la meta e anche l’opera a cui collaborare, perché venga costruito in ogni tempo e luogo.
La via del pane e del vino
Essere sempre in cammino di ricerca, nella comunione e nella condivisione, con attenzione e rispetto, in aiuto e a sostegno, tutto questo è il vero atteggiamento del missionario. Ovvero di colui che vuole indicare la strada, la via, cioè Gesù Cristo. Gesù stesso ci insegna che l’arte migliore è quella “del pane spezzato” e “del vino versato”.
Più semplicemente, potremmo chiamarla proprio “la via del pane e del vino”. Gesù, vero maestro, ha dato tutto se stesso per la vita di ognuno di noi e per tutta l’umanità. Nella santa Eucarestia ci ha lasciato il segno e la via, perché anche noi, alla sua scuola e nutriti del suo cibo, diveniamo segno gli uni per gli altri e compagni dello stesso pellegrinaggio.
Il missionario questo sa, che non può esserlo pienamente se non dando tutto se stesso e restando continuamente in strada. Perché solo così egli si fa fratello e compagno di viaggio di ogni uomo e donna in ogni parte del mondo.