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Festa della comunità che cresce nella vita.

Quando questo numero di Missionari Saveriani giungerà nelle vostre mani saremo già in pieno tempo pasquale. Dal Burundi, dove rimarrò alcuni mesi per insegnare teologia ai futuri preti burundesi, vi mando gli auguri pasquali. Qui la festa di Pasqua è una festa molto partecipata, come da noi il Natale, e forse anche più.

La festa dei nuovi cristiani

Ogni anno Pasqua è la festa dei battesimi, giorno di grande gioia per i catecumeni che, dopo alcuni anni di preparazione, giungono alla meta del loro itinerario. Ma è anche una festa per tutta la comunità che si riconosce viva, capace di crescere e di dare la vita a nuovi figli di Dio. È un giorno di gioia anche per noi missionari, che vediamo i frutti della nostra opera di evangelizzazione: i nuovi cristiani che entrano nella comunità dei discepoli di Gesù Cristo.

Potremmo dire che Pasqua è come una primavera che, in un trionfo di verde e di colori nuovi, mostra tutta la bellezza e anche le speranze della comunità cristiana. Come sarebbe bello se i cristiani delle nostre comunità di antica fondazione potessero venire a vivere la Pasqua con questi cristiani, che ancora mantengono la freschezza dei neofiti e che si sentono fieri del loro battesimo! Potrebbero celebrare con loro i riti della veglia pasquale.

La fede si trasforma in gioia

Anche se in Burundi, per ragioni di sicurezza (la guerra è ufficialmente finita, ma non del tutto!), la veglia pasquale si celebra nel pomeriggio del sabato santo, è tuttavia un’esperienza di luce che vince le tenebre; un'esperienza di gioia che riempie i cuori e che fa dimenticare le sofferenze della vita di ogni giorno. La gioia della comunità si manifesta nell’assemblea riunita attorno all’altare, al fonte battesimale e al cero pasquale.

La loro fede si vede! I cristiani sono convinti che in mezzo a loro c’è Colui che, morto per loro, è risorto per assicurarci che la morte non ha più potere su coloro che credono in Lui. E quindi sembrano non stancarsi di cantare e di danzare, con un entusiasmo incontenibile, in onore del Signore risorto. Essi sentono che Pasqua è la festa della speranza cristiana, che fiorisce, come dice Paul Claudel, ai piedi della croce di Gesù e delle nostre croci, grandi o piccole che siano.

C'è ancora qualche problema

Quella di quest’anno è la seconda Pasqua dopo la fine della guerra, la prima che si celebra senza l’ossessione della fuga, la tristezza dei campi profughi e il crepitare della mitraglia.

Non tutti i problemi del Paese sono risolti, anzi! Ce ne sono sempre di nuovi, a livello inpiduale e comunitario, a livello politico ed economico. Quest’anno, alle rovine della guerra e ai problemi del ritardo nello sviluppo del Paese, si è aggiunta la paura per la fame. I raccolti agricoli, infatti, sembrano ormai compromessi dalla pioggia eccessiva.

Nei primi mesi dell’anno, quando doveva essere il tempo della breve stagione secca, il paese è stato invece colpito da piogge violente e prolungate, che hanno inondato i campi rovinando le culture in corso. Si direbbe che questo paese non abbia il diritto di essere mai in pace e di sperare. Il governo del paese ha subito fatto appello alla solidarietà del mondo intero in favore dei milioni di burundesi colpiti dalla fame.

Costruire la strada del futuro

Sarà questa la strada giusta da percorrere? Un capo-comunità, accogliendo qualche settimana fa la visita di alcuni benefattori che hanno contribuito a ricostruire una scuola, ha detto loro: "Noi abbiamo vergogna di dover continuamente chiedere aiuto. Vi preghiamo di aiutarci a bastare a noi stessi". Questo è il desiderio più vivo e la vera speranza di questi nostri fratelli.

Noi abbiamo certamente il dovere di aiutarli, ma di aiutarli ad aiutarsi; di aiutarli a costruire il futuro del proprio paese. La carità non finirà mai di essere necessaria, ma dobbiamo alimentare anche la speranza che un giorno l’Africa, povera e maltrattata, possa sedersi con dignità e con fierezza tra i popoli della terra.

Questa è la speranza che ogni anno Pasqua porta a queste comunità di fratelli e sorelle, che celebrano la risurrezione del Crocifisso. Per questa ragione noi missionari siamo in Africa e in tanti altri paesi emergenti del mondo.

Che lo Spirito del Risorto ci faccia comprendere la nostra missione. Buona Pasqua e buona Pentecoste!



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