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La madre che cantava, Il ricordo di Rosa Colasuonno

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Mi ritorna insistentemente il ricordo di mamma che cantava. Abitavamo a quel tempo - erano gli anni '50 e '60 - a San Lorenzo, uno dei quartieri più simpatici di Grumo Appula (Bari), con tanti bambini per le strade e una gran voglia di giocare e far festa. Lì c'era una sola radio che trasmetteva a tutto volume le canzonette di Nilla Pizzi, Claudio Villa e altri cantanti famosi. Ma cantava anche lei: "Buon giorno, tristezza...", "Tu si' guaglione...".

Riesco ancora a sentire quella voce giovane di mamma, contenta, con già cinque figli, tutti da crescere e da mandare a scuola. Sì, mamma ci voleva tutti laureati, nonostante papà fosse coltivatore diretto con mandorle e olive da raccogliere, uva da vendemmiare e grano da mietere. C'è riuscita e le siamo grati!

Un altro ricordo di mamma è quello della sua preghiera costante. Negli ultimi anni, già affetta da Alzheimer, ad alta voce pregava ancora la litania lauretana in latino, con l'oremus che concludeva la sua preghiera. Seduta sulla poltrona, era solita pregare guardando il quadro della Madonna di Pompei. Davanti all'immagine c'erano sempre fiori freschi e colorati e un lume acceso.

Il Padre celeste l'ha chiamata a sé il 23 dicembre, facendoci però il regalo di un bellissimo Natale, difficile da dimenticare: dopo tanti anni, tutta la famiglia si è riunita (eravamo 24) a pregare e consumare il pasto con la commozione di tutti, piccoli e grandi.

Ora, davanti a Dio, mamma Rosa è nella pienezza della luce e il suo canto è eterno. Lo crediamo fermamente!



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