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La crociata dell’ateismo, La buona e la cattiva notizia

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Sugli autobus di Londra, Barcellona e Washington, nei giorni intorno a capodanno, appariva una frase a caratteri cubitali: "Probabilmente Dio non esiste, quindi smettila di preoccuparti e goditi la vita". Questa frase ha trovato imitatori anche in Italia. A gennaio era stata presentata la pubblicità che avrebbe dovuto comparire sui bus di Genova. L'annuncio suonava così: "Due notizie, una buona e una cattiva. La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno".

L'internazionale degli atei

A parte l'equivoco che sta sotto alle due notizie (qual è quella veramente buona?), è interessante conoscere l'organizzazione che ha promosso questa "crociata": si chiama Uaar, Unione atei e agnostici razionalisti. Un'internazionale degli atei. Cerca di dare più visibilità all'ateismo conclamato.

L'agenzia concessionaria per gli spazi pubblicitari non ha accettato lo spot, perché "lesivo delle concezioni religiose". Un segno dell'italico buon senso. Ma l'ateo bus è poi sceso in strada con un altro annuncio: "La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione".

Credo sia inutile, oltre che patetico, mettersi a combattere una simile battaglia. Altri ricorderanno le scritte che si leggevano lungo le strade: "Dio c'è". Ho sentito che un pretino, munito di pennello e secchio con colore bianco, percorreva in Vespa la nostra penisola per combattere, a modo suo, l'ateismo trionfante.

C'è bisogno di negare Dio?

No, non è il caso di imbrattare ulteriormente i muri della nostre città con scritte in difesa di Dio. Dio non ha bisogno delle nostre difese. Egli fa sentire ugualmente la sua presenza e la sua provvidenza in mezzo a noi, anche in chi lo nega perché - dice - "non l'ho mai visto".

Ma questa vicenda dovrebbe far riflettere noi evangelizzatori e tutti noi cristiani. C'è bisogno di negare Dio per vivere felicemente e gioiosamente? Quale Dio vogliono negare i nostri concittadini? Se vogliono sbarazzarsi del "Dio che fa paura" o del "Dio guastafeste", sappiano che ci trovano consenzienti.

Il problema di molte persone che dicono di non credere più in Dio e non vengono più alle assemblee domenicali non è, di solito, un problema metafisico di negazione di Dio, ma il rifiuto di una falsa immagine di Dio, che forse hanno colto nelle parole e nei comportamenti di alcuni cristiani e di alcuni pastori.

Il Dio che annunciamo

Non sarà allora necessario che ci facciamo noi un esame di coscienza per vedere quale Dio annunciamo e di quale Dio siamo testimoni? Il vero Dio non è quello che incute paura; non è il giudice cinico e inflessibile che attende il giorno giusto per condannarci; non è il poliziotto che ci aspetta, nascosto dietro l'angolo per darci la multa; non è neppure una specie di paracadute che teniamo sulle spalle, ma del quale speriamo di non avere mai bisogno.

No, il nostro Dio - che celebriamo nelle nostre assemblee e che portiamo con noi in famiglia, nell'ambiente di lavoro e nelle nostre relazioni sociali - è "il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre misericordioso e il Dio di ogni consolazione". Noi ne riveliamo al mondo il volto - come figli gli dovremmo assomigliare! - quando siamo capaci di amare gratuitamente e di accogliere gli altri; quando ci sporchiamo le mani per il prossimo e ci spendiamo per costruire una società più giusta; quando ci ritiriamo nel silenzio per incontrarlo e ascoltarlo.

Far vedere Dio al mondo

È difficile essere, come Gesù, icona del nostro Dio, ma questa è la nostra missione. Dio non ci chiede subito di predicarlo, o di contestare il mondo per difenderlo. Ci chiede innanzitutto di farlo vedere, perché il mondo lo conosca. "Questa è la vita eterna: che conoscano Te e colui che hai mandato". Spesso invece mostriamo un Dio che è un "Signor No", e una chiesa che, a chi non è d'accordo con lei, ribatte rispondendo colpo su colpo, come in un duello, alle affermazioni sbagliate degli "altri".

Sbaglia la chiesa ad affermare la verità? Neppure per sogno. Ma se essa si limita a rintuzzare i colpi che le vengono inferti dagli altri, non finirà forse per non aver più spazio né tempo per annunciare il vangelo della pace e per mostrare il volto accogliente del Padre che ci attende?

Non combatteremo perciò quelli che negano Dio, ma mostreremo loro il suo Volto "pieno di grazia e di verità".



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