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L'esperienza, Una famiglia scopre il vangelo

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Samuel e Mary sono due sposi della Sierra Leone, scelti da mons. Biguzzi, allora vescovo di Makeni, per partecipare al VII incontro mondiale delle famiglie (Milano, giugno 2012). Nell'occasione, hanno dato una lunga testimonianza, ripetuta anche in altre parti d'Italia. Ne offriamo una parte ai nostri lettori.

Eravamo musulmani praticanti...

Samuel - Mia moglie e io siamo nati e cresciuti in famiglie musulmane. Ci siamo sposati nella forma tradizionale nel 1991 e nello stesso anno io sono divenuto preside di una scuola cattolica, mentre ero ancora musulmano praticante. Era il tempo della guerra civile in Sierra Leone, con grande sofferenza per la popolazione e per le missioni cattoliche.

I missionari p. Antonio e p. Carlo hanno cercato di affrontare e risolvere i problemi nel miglior modo possibile. Il loro modo di agire lasciava in noi una grande impressione e curiosità. Gradualmente ci hanno aperto alla Parola di Dio e l'impatto nella nostra famiglia è stato forte. Nonostante le proteste dei parenti, siamo diventati catecumeni e siamo stati battezzati, insieme ai nostri tre bambini, il 17 maggio 1998.

Mary - Quando abbiamo deciso di diventare cristiani, i nostri genitori hanno tentato in ogni modo di scoraggiarci. Questo era duro specialmente per me, perché i parenti di mio marito davano a me tutta la colpa. Inoltre, non piaceva loro che mio marito mi consultasse in ogni aspetto della vita di famiglia. Io incoraggiavo mio marito ad aiutare sempre, come potevamo. Gradualmente il nostro atteggiamento comprensivo ha cominciato a produrre una risposta positiva in loro. Un giorno mio suocero mi ha confessato che lui si augurava che tutti i suoi figli e figlie diventassero cristiani. Diceva che noi eravamo la coppia che andava più d'accordo fra i suoi figli, e mi ha benedetto.

Noi e i missionari dentro la guerra

Mary - Nel febbraio 1998 i ribelli avevano invaso la nostra cittadina di Kabala, molestando la gente. In particolare, cercavano di catturare i missionari. Con altri cristiani, abbiamo nascosto i due missionari nella foresta per tre settimane. La casa della missione è stata saccheggiata e danneggiata. Questi erano per tutti noi momenti di grande paura. Anch'io ho dovuto nascondermi nella foresta con i tre bambini ed ero molto preoccupata per mio marito, rimasto in città.

Samuel - Quando la città è stata liberata, i due missionari sono stati riportati alla missione. Il vescovo di Makeni, mons. Giorgio Biguzzi, aveva mandato qualcuno a raccogliere i due missionari perché non avevano più una casa per abitare. Ma i missionari volevano rimanere con la gente. Così li abbiamo invitati a stare con noi. Per tre settimane abbiamo avuto molte occasioni per parlare insieme e approfondire la nostra conoscenza del vangelo e l'ideale dell'amore scambievole, scoprendo la nostra vera vocazione cristiana: vedere e amare Cristo in ognuno.

Ha perso la gara, ma ha vinto il premio

Samuel - A quattro anni, abbiamo mandato nostro figlio Patrick a un asilo cattolico vicino a Freetown, dove abitavamo perché sfollati a causa della guerra. Nostro figlio era robusto e sapeva correre bene. Durante le gare di sport, Patrick era stato scelto per partecipare alla corsa dei 300 metri, come rappresentante della sua classe.

Al segnale del fischio, i bambini in gara sono partiti di corsa e Patrick era in testa. A un certo punto, Patrick si accorge che il compagno dietro a lui era inciampato e caduto a terra, ferendosi ai ginocchi. Mentre i compagni facevano il tifo per lui, egli si è fermato, ha aiutato il concorrente a rimettersi in piedi e a riprendere la corsa. Intanto tutti gli altri erano passati avanti e lui è arrivato ultimo, con disappunto della classe.

Mary - Il giorno dopo il maestro è venuto da noi genitori dicendosi meravigliato del gesto di Patrick, chiedendo se per caso avesse qualche problema psicologico. Non sapendo cosa rispondere, abbiamo raccontato al maestro che avevamo scoperto il vangelo e cercavamo di viverlo con i nostri figli, cercando di amare e di aiutare tutti nei momenti del bisogno. Patrick aveva perso la gara, ma per noi aveva vinto il primo premio davanti a Dio.



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