L’elogio della neve
"Erano anni che non si vedeva una nevicata così da questi parti" - ho sentito spesso ripetere queste parole nei giorni freddi di febbraio. Spesso si è parlato della neve in riferimento ai disagi che ha creato, che sono stati tanti e gravi. È solo colpa della neve? "Madre natura" fa quel che ha sempre fatto. Tocca a noi prendere le misure necessarie e affrontare le situazioni senza rischiare troppo. Dobbiamo guadare in faccia questa "madre" e inchinarci di fronte a lei, come hanno fatto le tettoie delle nostre case in quei giorni di neve pesante.
Comunque, vorrei fare un elogio alla neve. Ho sentito, infatti, varie persone rallegrarsi per la calma che porta la neve. Quando nevica, è difficile muoversi e soprattutto muoversi in fretta; si è obbligati a guardare in faccia chi ci viene di fronte e riconosciamo volti che non vedevamo da mesi, o piuttosto che vedevamo senza più "incontrare".
La "signora bianca" costringe a vivere il tempo con più tranquillità, a gustare il silenzio che non è assenza di persone, ma presenza a se stessi e agli altri. Finalmente ho scoperto perché è magico il Natale sotto la neve: perché tutti ritroviamo il tempo dei bambini, che è tempo di pazienza e meraviglia, di gioco e soprattutto dello stare insieme.
I telegiornali ci hanno fatto vedere una bella immagine: gli abitanti di un paesino hanno messo insieme le cose che avevano - chi il sale, chi la farina, chi il lievito... - e hanno dato tutto all'unico fornaio del paese per fare il pane, che si sono divisi. Il giornalista lo definiva un "baratto"; per me era un bell'atto di convivenza solidale, un miracolo di quelli che rende davvero Cristo presente e fa capire cosa sia condividere il pane Eucaristico.
Ma chi si ricorda che è anche merito... della neve?