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L’angolo del silenzio: Un palo da portare in due

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Un palo da portare in due

C’era una volta... (e c’è ancora!), un vecchio signore che voleva costruire una capanna per sé e per i suoi figli. Aveva già tirato su la parete di fango e aveva bisogno di un lungo palo per fare il tetto. Perciò, andò nella foresta, trovò il palo secondo il suo desiderio, lo tagliò e cercò di metterselo sulle spalle. Ma era troppo pesante e non ce la faceva da solo. Aveva bisogno di aiuto.

Incontrò un giovane amico disposto ad aiutarlo e insieme tornarono nella foresta. Arrivati sul posto e visto che il palo era pesante e il tragitto lungo, decisero di trasportarlo in più riprese, a tappe. Bisognava anche prevedere il pericolo di scivolare e cadere...

Tutto filava liscio, ma poi...

Insieme, presero accordi precisi sulle modalità di trasporto, onde evitare di rompersi reciprocamente le gambe. Era necessario stabilire un sistema di trasporto tale da potersi comunicare, a ogni sosta desiderata, il momento preciso in cui gettare a terra il palo in maniera coordinata e almeno un metro distante dalle proprie gambe.

Non c’era fretta per trasportare il tronco. L’importante era invece arrivare a casa con le gambe intere e sane. Scopo dell’impresa era di riuscire a coprire la capanna prima che arrivassero le piogge, che ormai erano imminenti. Chiarite e accordate le modalità, i due cominciarono il viaggio: l’amico avanti e il vecchio dietro. Il peso del palo e la lunga distanza imponevano ai due amici impegno, disciplina e rigoroso rispetto dei patti e dei ritmi di movimento.

Per le prime due tappe tutto andò bene, ma nel corso della terza tappa il giovane, di sorpresa e senza avviso, si scrollò il palo dalle spalle. Il palo cadde e sotto il palo cadde a terra anche l’anziano con le gambe rotte!

Delusione e dolore grande

Il giovane amico, per un improvviso molesto prurito alla spalla, inconveniente che solo lui poteva avvertire, dimenticando i rigorosi patti stabiliti in precedenza, aveva lasciato cadere istintivamente dalla spalla il pesante carico, causando stupidamente un danno irreparabile al vecchio amico.

La delusione del povero anziano, finito a terra con le gambe rotte, era davvero grande! Ma non proveniva tanto dal danno e dal dolore fisico, quanto dal dispiacere di vedere miseramente svanito il progetto di offrire una casa ai suoi figli.

Volevo solo dire: ci sarebbe voluto "così poco" per evitare di distruggere, in un attimo, "così tanto"!



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