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Indonesia: Natale tra i Nias

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L'Indonesia è situata a cavallo dell'equatore per una lunghezza di 5 mila chilometri, frazionata in 13 mila isole lambite dall'oceano Indiano. Ha una popolazione di oltre 230 milioni di abitanti, dispersi su una superficie di 1.919.000 kmq.

Proprio alla sua estremità occidentale, a ovest di Sumatra del nord, si trova l'isola Nias, grande quasi quanto la Sardegna. Un isola meravigliosa come natura, ma molto povera a causa della poca fertilità del suo terreno.

La popolazione, costituita da un unico ceppo etnico chiamato Nias, si aggira attorno agli 800.000 abitanti. Per tre quarti sono cristiani. I protestanti, divisi in una decina di denominazioni, sono circa 400.000, mentre i cattolici si aggirano sui 200.000.

Nias è una delle poche isole indonesiane dove si respira un clima cristiano, sia all'interno sia nelle due principali città: Gunungsitoli e Teluk Dalam. La festa del Natale è molto sentita e ben celebrata, sia dai cattolici che dai protestanti. I preparativi, nelle comunità cattoliche, iniziano fin dalla prima settimana di dicembre.

Passando per i villaggi, si ascoltano cori che stanno preparando i canti natalizi; si vedono preparativi per abbellire la propria chiesa. Ogni comunità accoglie tra i propri membri i soldi necessari per solennizzare la festa. In genere, tutte le famiglie concorrono alla buona riuscita di tale solennità.

La liturgia della notte di Natale viene celebrata in ogni comunità. Le comunità sull'isola sono circa 600, raggruppate in 14 parrocchie. La celebrazione, nel cuore della Notte Santa, viene guidata per lo più dai laici, poiché i sacerdoti presenti sull'isola sono appena una trentina.

La liturgia si svolge a lume di candele e con lumini a petrolio. La luce elettrica arriva ad una minima parte dell'isola. Le preghiere e le letture bibliche vengono intercalate con canti natalizi, modulati su musica Nias, che ne favorisce l'apprendimento e l'esecuzione. Si alternano i cori degli adulti e dei giovani, quasi in una competizione tra generazioni.

All'ornamento interno della chiesa fanno riscontro anche i vestiti della gente: nuovi e di colori sgargianti. E' il baju Hari Raya, il vestito della solennità! Dopo la celebrazione della notte, nelle comunità che ne hanno la possibilità economica, vengono offerti caffè e tè a tutti, sul sagrato della chiesa, mentre la gente si scambia gli auguri di Natale.

Il giorno di Natale, all'ora più opportuna della mattinata, tutti si ritrovano in chiesa di nuovo, specialmente i bambini. Il Natale, festa dell'Emmanuele, Dio con noi, festa dell'amore e della pace, vede intere famiglie riunite in chiesa per pregare. Anche i bambini vi prendono parte con il loro coro, sotto la guida dei catechisti che li hanno preparati durante tutto l'avvento.

Dopo la celebrazione liturgica, che può durare anche due o tre ore, la gente si riversa sulla piazza della chiesa, dove ha inizio l'intrattenimento di Natale. Tra canti, cori e discorsi, la gente si scambia nuovamente gli auguri di Natale.

A tutti i bambini viene fatto il dono di Babbo Natale, da loro tanto atteso. Segue il pranzo per tutti: un po' di riso e carne, avvolti in foglia di banano, ed un sacchetto di plastica con un po' di tè. Questo, per i Nias, è il momento culminante della festa. Guai se non ci fosse! Terminato il pranzo, ha inizio il canto della maèna, danza di massa, tipica Nias, intercalata da cori e giochi vari.

Verso le 5 del pomeriggio, l'assemblea si scioglie ed ognuno fa ritorno alle proprie case, distanti anche un'ora di cammino. Tutti contenti, soprattutto i bambini che mostrano soddisfatti il dono ricevuto da Babbo Natale.

Per i Nias, il Natale è proprio la festa della pace e della gioia.



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