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In viaggio con Pier… Cammina

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Era partito presto quel mattino. Aveva una voglia matta di camminare, di scoprire cose nuove. Ma non sapeva dove andare. La gente stava andando al lavoro, immersa nei propri pensieri. Non si erano accorti di lui che, zaino sulle spalle e un cappello strano, camminava con passo agile. Avrebbe voluto fermare qualcuno, ma capiva che non avevano tempo per lui… e forse neanche per loro.

Pier Cammina, questo il suo nome, cominciava ad avere sete e fame. Alla prima fontana, va a dissetarsi e riempie la sua borraccia. Lì vicino, in un angolo, c’era un signore di una certa età. “Come ti chiami?”, gli chiese Pier Cammina. E lui: “Giovanni, soprannominato Battista. Vedo che stai per cominciare un grande viaggio. Ogni tanto fermati. Guarda in fondo al tuo cuore e cerca la speranza che si riposa dentro di te. Falla uscire e donala ad ogni persona che incontrerai”. Pier Cammina rimase a bocca aperta. Stava per rispondere, ma il Battista era già sparito. E così cominciò il suo lungo viaggio.

Certo, dare la speranza è bello, ma forse a Pier Cammina mancava qualcosa. Arriva così vicino ai ruderi di un castello. In alto, su una finestrella della torre, vede che c’è ancora una bandiera, logora per gli anni. C’era un’aquila e sotto era scritto: “Ho fede. Non mi stanco mai di credere”. “Allora come va il tuo viaggio?”. Ma chi lo chiamava? Si volta e si accorge che un uomo stava arrivando con un sacco sulle spalle, accompagnato da un bambino. “Mi chiamo Giuseppe. Tanti anni fa facevo il falegname. Ora le mie mani sono stanche. Ma se vuoi, ti posso dare questo, così ti ricorderai di me”. E, senza pensarci, gli dona un oggetto strano. Era un pezzo di legno con due braccia incrociate e in mezzo una pergamena. “Qui ci scriverai il tuo nome - disse Giuseppe - e vicino tutte le cose che hai accettato di fare ogni giorno. Non dimenticarti di noi”. Gli stringe la mano e se ne va col bambino fischiettando allegramente.

Pier Cammina guardava e riguardava lo strano oggetto ricevuto. Decise di prendere una cordicella e di legarselo intorno al collo. Poi, continuò la sua strada. Durante una pausa, si addormenta sotto un albero e gli sembra di sentire una dolce melodia. Si stropicciò gli occhi e vide una giovane donna. Era bella, ma soprattutto aveva due occhi meravigliosi. “Vuoi fare una corsa con me fino al fiume?”, gli chiese lei. Prendendolo per mano, corsero fino al fiume. Poi gli bagnò delicatamente gli occhi e Pier Cammina si sentì fresco, giovane e… bello. “Mi chiamo Maria - disse - e so che il tuo cuore spesso è stanco, triste. Non ti preoccupare. Ogni volta che te ne accorgi, scendi al fiume e spruzzati di gioia. Vedrai che tutto sarà più semplice”. E corse via.

Aveva incontrato tre persone, era partito per cercare la felicità, ma sentiva che gli mancava ancora qualcosa. Si stava avvicinando a un villaggio. C’era tanta gente sulla strada. Nessuno parlava, ma si vedeva dai loro occhi che cercavano qualcosa. Pier Cammina voleva fare delle domande, ma non sapeva come incominciare. D’improvviso si voltò e vide i pastori del suo paese. “Ci hanno detto che in quel villaggio aspettano Qualcuno per fare festa - gli dissero - andiamo tutti insieme! Anche noi vogliamo accoglierla...”. E così, dice la storia, Pier Cammina, i pastori e tanti altri che erano venuti per accogliere, furono accolti e trovarono la felicità, che aveva un nome: Gesù!



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