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In cerca di amici e di Dio: Conversione e vocazione in Giappone

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L'estate scorsa, al campo di formazione delle "Ragazze sprint" a Macomer, è stata con noi la saveriana giapponese Serafina Kunico Nakamura, che studia a Roma.

Kunico ha avuto due tappe importanti nella sua vita: la conversione al cristianesimo e la vocazione alla missione. Ha conosciuto le attività caritative e formative dei saveriani, grazie a p. Claudio Codenotti che visitava i malati della clinica diretta dal papà. Nella scelta vocazionale ha avuto la guida spirituale di p. Silvano Da Roit.

Un gruppo speciale

Kuniko proviene dal Kyushu, la grande isola all'estremo sud dell'arcipelago giapponese. Ha frequentato un gruppo giovanile chiamato "Tomosagasukai", animato dai saveriani, che significa, "Cercare amici e Dio". Sono studentesse sui 20-30 anni, impegnate nel mondo del lavoro e nel sociale. Tra loro c'è chi non ha ricevuto ancora il battesimo e chi si prepara a riceverlo; c'è chi è cristiana dalla nascita e chi solo da pochi anni.

L'incontro con Gesù è stato diverso per ciascuna. Unico punto che queste giovani hanno in comune è che non sono sposate. In gruppo si riflette sul rapporto che ciascuna ha con Gesù nella vita di ogni giorno e sull'esperienza che ha fatto di lui. Ciò avviene attraverso l'ascolto di un brano della bibbia e delle esperienze di ciascuna, e anche nella condivisione dei pasti.

Conoscersi e accettarsi

Racconta Kunico: "A noi giapponesi piace ascoltare conferenze, acquisire nuove conoscenze. Però non siamo portate a esprimere noi stesse. Quando ho cominciato a frequentare il gruppo non avevo ancora ricevuto il battesimo. Conoscevo Gesù, ma mi chiedevo che cosa significasse camminare con lui. Tomosagasukai è stata una grande grazia per il mio cammino di fede.

Nei momenti di condivisione non si risolvono i problemi né si danno consigli. Si parla solo con semplicità di quello che ognuna sente; si ascolta l'esperienza e lo stato d'animo di ciascuna e si prega le une per le altre. A poco a poco, ognuna conosce meglio se stessa e riesce ad accettarsi".

Una domanda impegnativa

Padre Silvano Da Roit spiega che Serafina Kunico era arrivata alla missione dei saveriani con la sorella Asako, di poco più grande. Ambedue avevano frequentato la scuola cattolica di Kagoshima. Un giorno Asako gli aveva telefonato alla missione di Kanoya, facendogli una domanda molto impegnativa: "Che senso ha lavorare con persone che hanno handicap mentali?". Asako e Kunico lavoravano in uno dei quattro istituti fondati e diretti dal padre.

Ben presto iniziarono a partecipare agli incontri sulla bibbia che si facevano alla missione. Nonostante i turni di lavoro e i trenta chilometri che le separavano dalla missione, le due sorelle partecipavano con gioia anche la domenica. Erano state formate con principi morali e sociali molto solidi: pur essendo di famiglia benestante, conoscevano la fatica, il lavoro e il sacrificio.

A Messa si conosce Gesù

Racconta p. Silvano: "Un giorno ho detto loro che la via più breve per conoscere Gesù è quella di partecipare fedelmente alla Messa, perché nella Messa c'è il suo Corpo, la sua Parola e ci viene dato il suo Spirito. Così Asako e Kunico hanno cominciato a frequentare la chiesa, partecipando alla Messa.

In famiglia, all'inizio non avevano problemi, ma in seguito la contrarietà si è fatta sentire, anche con ritorsioni e ricatti. Dopo qualche anno dal battesimo, ho benedetto il matrimonio di Asako nella cattedrale di Kagoshima.

Il cammino con Kuniko è continuato in un modo particolare. Quando mi ha rivelato con molta trepidazione il desiderio di volersi consacrare al Signore, ho cercato di farle conoscere le diverse famiglie religiose. Ha deciso per le saveriane. Ho cercato di aiutarla, soprattutto a gestire il rapporto con la famiglia, decisamente contraria a questa sua scelta".



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