Il volto di Dio nei social media
È stato un convegno davvero speciale, quello convocato dalla Direzione generale dei saveriani a Tavernerio (CO) dal 17 al 30 gennaio e intitolato “Carisma saveriano e social media”, a cui hanno partecipato una trentina di delegati da 20 paesi, una rappresentanza delle saveriane e io a nome dei Laici saveriani.
Se “dietro a ogni interfaccia c’è una faccia”, abitare la rete significa anche potere incontrare il prossimo. Internet non è più solo un prodotto della tecnologia o uno “strumento”; la rete oggi è un elemento dell’ambiente reale dove tutti ci muoviamo.
Un nuovo continente da evangelizzare? Non esiste una realtà “virtuale”, separata, o un reale impoverito.
Abitiamo la rete come un qualsiasi spazio, utilizzando le modalità e i linguaggi propri. Se i media tradizionali ci avevano già abituati a vivere in un mondo diventato “piccolo” (il famoso villaggio globale), i social media ci fanno entrare in una piazza affollata di gente con la nostra personalità. Non riusciamo a immaginare Gesù assente dalle odierne piazze digitali, così affollate di persone di ogni parte del mondo, in uscita da se stesse e aperte all’altro.
“Il saveriano - ha ricordato p. Menegazzo, superiore generale - entra con libertà d’animo nel mondo dei social media, li usa bene, gode di questa opportunità, è consapevole che l’origine di ogni incontro è Cristo…”.
Il convegno è stato scandito da relazioni, laboratori e testimonianze. Mi ha particolarmente colpito come i relatori guardassero con attenzione, ammirazione e simpatia i missionari che tentavano di esplorare questo nuovo mondo. Gli ultimi giorni sono stati importanti per delineare percorsi e “strategie” in modo unitario, valorizzando le diversità.
Ho portato a casa un buon bagaglio di nuove conoscenze tecniche e anche il ricordo di momenti di amicizia con i saveriani. La presenza del Laicato saveriano è stata vista con curiosità e tanti missionari si sono informati di questa nostra esperienza italiana.