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Il vangelo e la legge Bossi-Fini - Giustizia e pace e...

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Caro direttore,

ricevo "Missionari Saveriani" da molto tempo, e lo leggo sempre con interesse. Colgo l’occasione per fare i più sentiti complimenti perché vi fate portavoce dei più deboli, che la società spesso fa finta di ignorare.

Scrivo circa un argomento assai dibattuto in questo periodo: la nuova legge sull’immigrazione Bossi-Fini. E’ ingiusta e disumana in quanto riduce gli immigrati a merce, considerandoli validi solo se economicamente produttivi. Né risolverà il problema di delinquenza, eventualmente legato ai flussi migratori...

Caro padre, come può la società italiana dimenticare che all’estero (Francia, Germania, Svizzera, Venezuela, Brasile ecc.) i nostri connazionali formano quasi una seconda Italia? E quelle scene tremende, di migranti gettati in mare e annegati a pochi passi dalle nostre coste...

Mi domando come sia possibile trincerarsi nell’indifferenza, chiudersi alle implorazioni di quanti cercano disperatamente un avvenire migliore.

Come possiamo dimenticare quanto Gesù disse: "Ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito…"?

Il nostro paese, questa volta, non ha dato lezione di civiltà, se questa si misura da quanto uno Stato è attento ai bisogni dei suoi cittadini e di chi vi entra chiedendo ospitalità...

Lo Spirito Santo ci faccia capire che siamo tutti fratelli, figli di un unico Padre.

Lettera firmata, Genova.


Caro lettore,

grazie per aver toccato una questione così importante dal punto di vista umano e cristiano, che ha risvolti su molti fronti: personale e familiare, economico e sociale, nazionale ed internazionale. Nel poco spazio, non potrò rispondere in modo esauriente. Caso mai, se ne potrà riparlare in seguito.

Lei richiama le parole di Gesù: parole che ogni "cristiano" deve vivere ed applicare con gioia ed entusiasmo, proprio perché ci presentano il cuore di Dio, Padre di tutti i popoli. Noi cristiani non abbiamo scelta: "ogni volta che avete... ogni volta che non avete accolto...". Ospitare e prendersi cura del forestiero, significa fargli dono del vangelo che noi viviamo.

A livello legislativo, tuttavia, le considerazioni sono alquanto diverse. La fede ci fornisce principi ed atteggiamenti di estrema importanza per capire e valutare la realtà e le scelte concrete, a tutti i livelli: personale, educativo, amministrativo, economico, politico... D’altra parte, quando ci sono scelte da fare o regole da fissare, si deve scegliere tra varie proposte, che sono tutte limitate e imperfette. In politica - e per di più con tante teste da mettere d’accordo - le scelte corrispondono alla visione e sensibilità di chi governa. L’imperfezione è inevitabile.

Questo non vuol dire che ogni decisione o ogni legge vada bene. No. Alcune leggi sono molto al di sotto della soglia di imperfezione inevitabile. Nel settore delle migrazioni, si poteva e si doveva fare molto di più e di meglio; non solo a proposito dell’ultima legge vigente, ma già prima, nei decenni trascorsi. C’è da dire, poi, che non tutto ciò che di orrendo avviene, dipende solo dalle leggi che uno Stato si dà.

Le comunità cristiane si sono distinte nell’accoglienza e nella difesa dei diritti; ed anche nella denuncia di irregolarità, di illegalità e di inadeguatezze normative. Facendo ciò, la chiesa non solo ha praticato la carità, come suo dovere indiscusso, ma ha anche svolto un’azione utile alla società, indicando a tutti la via della solidarietà e i modi adeguati per mantenere l’ordine sociale nella convivenza.

p. Marcello Storgato, sx


Giustizia e pace per tutti e ... la puzza

Caro direttore,

ho letto il suo articolo "Giustizia e pace per tutti" e, tanto per cambiare, anche lei parla della "coscienza sporca" degli USA, e solo di quella! La cosa comincia un po’ a puzzare. Puzza per il fatto che pare che gli altri, ad esempio, la coscienza ce l’abbiano pulita, a partire dai paesi islamici e da tutti quelli governati da regimi dittatoriali.

A proposito, il Tribunale prenderebbe in considerazione anche tutte le violazioni dei diritti umani che avvengono laddove l’Islam domina? ... Ed ancora, a quale Carta dei Diritti dell’Uomo tale Tribunale vorrebbe ispirarsi? A quella ratificata dall’Onu oppure a quella parallela, luminoso esempio di giustizia, dettata dalla Shari’a? ...

Bene fa Bush a non firmare il Trattato e consiglio anche l’Italia di fare altrettanto, finché ci sarà la possibilità che qualche mascalzone strumentalizzi per i propri loschi fini un Accordo teoricamente valido.

E allora, mio caro direttore, chi è che ha la coscienza sporca? Chi cerca di cautelarsi, o chi vive nell’omertà...?

Dott. Stefano, Cremona.


Gentile lettore,

ho l’impressione che ella abbia interpretato il mio scritto ben oltre l’intenzione e il senso delle parole. Mi creda, non è per niente questione di puzza. E’ questione di giustizia.

Trattandosi di una Corte Penale, occorre stare alla lettera del Trattato, che equivale ad un preciso codice penale. Allargare i reati di competenza della Corte penale internazionale (Cpi) fino ad includere le violazioni dei "diritti umani" non è appropriato. Il Trattato riguarda espressamente reati di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

La Cpi ha competenza su individui personalmente responsabili di avere pianificato, ordinato o commesso questi gravi crimini internazionali, in tempo di guerra e di pace. Sono crimini da cui non è giusto e neppure pensabile cautelare né se stessi né altri, chiunque siano.

Mi permetta di citare una fonte che, spero, sia al di sopra di ogni sospetto. L’Osservatore Romano del 27 settembre scorso, in prima pagina:

Cpi: "inaccettabile" per il Consiglio d’Europa l’immunità per gli Usa - L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha definito "inaccettabili" gli accordi bilaterali proposti dagli Usa a diversi Paesi europei per garantire l’immunità dei loro cittadini nei confronti della Corte Penale Internazionale (Cpi). L’Assemblea ha chiesto a tutti i 44 Stati membri di non firmare accordi di questo tipo con il Governo di Washington. Secondo l’Assemblea di Strasburgo questi accordi "non sono accettabili sotto il profilo del diritto internazionale relativo ai Trattati, in base al quale gli Stati aderenti devono astenersi da atti che priverebbero un Trattato delle sue finalità".

p. Marcello Storgato, sx.



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