Alcune riflessioni utili per prepararci al sinodo
Giovanni Paolo II usava molto questo termine "nuova evangelizzazione", per lui molto espressivo, già prima di diventare papa. L'aveva coniato lui, ma i teologi e i pastoralisti facevano fatica a capire il senso dell'espressione e la portata del progetto. C'era anche chi sospettava che queste due parole nascondessero un tentativo di tornare indietro, a prima del concilio Vaticano II.
Così si è continuato a parlare di "nuova evangelizzazione" senza che ci fosse una comune comprensione del termine e del compito. Benedetto XVI ha ripreso questo tema e lo ha messo a fuoco. Ma non solo. Ha voluto creare uno speciale organismo vaticano che ne curasse gli orientamenti e le attività, il "pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione". E seguendo una proposta dei vescovi nell'ultima assemblea sinodale, ha deciso che il sinodo ordinario del 2012 (7-28 ottobre) avrà come tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".
Per preparare il sinodo, il 2 febbraio 2011 è stato pubblicato il testo dei Lineamenta, quel documento che viene mandato a tutte le conferenze episcopali come base di riflessione e ricerca. La mia forzata inattività - per una distorsione su un gradino non visto - mi ha permesso di impiegare il tempo leggendo e riflettendo sui Lineamenta. È un testo piuttosto noioso e poco chiaro, sul quale non sarà facile mettere in marcia una vera azione pastorale, ma che permette di capire qualcosa di più.
In fondo, la nuova evangelizzazione non è niente di nuovo! È quello che la chiesa dovrebbe fare in ogni tempo e in ogni luogo.
Se non l'ha fatto in passato, lo deve fare adesso. Tutto si riduce, secondo me, ad avere delle persone convinte della loro fede, che non la possono trattenere per sé, ma la vivono e la fanno vedere.
Il punto decisivo è mettere in atto una testimonianza "forte e sostenibile", come afferma il papa.