Il superamento del ''mio'' e del ''tuo''
Tre volte è stato celebrato l’Anno santo durante la vita di san Guido Conforti (1865-1931): nel 1875, nel 1900, nel 1925. Il giorno di Natale del 1924, nell’omelia della Messa solenne, il vescovo Conforti pronuncia un lungo discorso sull’Anno santo. Insiste soprattutto sul dar da mangiare agli affamati, ricordando la situazione della Cina “ove si muore di fame”.
Inizia la sua meditazione ricordando che la legge Biblica prevedeva che, ogni 50 anni, le proprietà di terra ritornassero a chi, in origine, le possedeva. Si ristabiliva, in tal modo, la giustizia. Dio vuole che tutti possano vivere con dignità, proprio grazie alla terra, dono dato a tutti. Dio è un Padre che esige giustizia, uguaglianza, fraternità.
È il superamento del “mio” e del “tuo”, per entrare nel mondo della gratuità, anche nelle transazioni commerciali. Il pensiero va alla Veritas in caritate, dove Benedetto XVI parla di “gratuità e dono” come dimensioni di cui la società non può fare a meno.
Non bastano la trasparenza, l’onestà e la responsabilità.
“Anche nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono (…) possono e devono trovare posto entro la normale attività economica“ (VinC 36, cfr. 37.39). Paternità universale, fraternità senza barriere! San Guido si rifà quindi all’anno di grazia proclamato da Gesù nella sinagoga di Cafarnao e all’apertura ai gentili proclamata in quell’occasione.