Skip to main content

Il saveriano con una “ram” in più

Condividi su

Padre Salvatore Marongiu, 53 anni, è il nuovo arrivato della comunità saveriana di Brescia. Sardo di Cabras (Oristano), lo abbiamo intervistato.

Com’è nata la tua vocazione?

A undici anni, insieme a un amico, ho scritto una lettera ai saveriani di Macomer, chiedendo di entrare da loro. Il nostro parroco ci aveva fatto leggere un articolo su “Missionari Saveriani” in cui un saveriano raccontava la missione nella foresta dell’Amazzonia. Eravamo orientati verso il seminario, ma dopo questa testimonianza io ho scelto i saveriani, il mio amico i benedettini.

La prima missione?

In Messico, dove sono stato dal 1985 al 1996. Ho studiato teologia a Guadalajara e dopo l’ordinazione nel 1990 ho lavorato come animatore missionario e promotore vocazionale ad Arandas. Ad Acoyotla ho lavorato anche con gli indio. È stata un’esperienza bella e positiva. Ciò mi ha spinto a dire il mio “” alla missione.

Poi l’Africa…

In Congo servivano forze nuove. Così nel 1997 sono stato destinato a quella nazione. È stata una bella esperienza, anche se diversa dal Messico. Il primo periodo, poi, eravamo ancora in guerra, isolati da tutti. Mi trovavo a Kampene, nell’est del Paese. La gente rimaneva con noi, perché se c’è il missionario significa che c’è speranza. Abbiamo trascorso tanto tempo insieme, intorno al fuoco di notte, per sentirci uniti. Ascoltare, conoscere la gente ti coinvolge... Poi ho lavorato a Kinshasa, come vice maestro dei novizi ed economo, e infine a Kasongo. In parrocchia abbiamo creato anche un centro informatico...

E il ritorno in Sardegna?

Sì, dal 2010 sono stato a Macomer, dove ho dato una mano nell’animazione missionaria, specialmente tra i giovani che frequentano la nostra comunità. Ho cercato di trasmettere a tutti lo spirito missionario.

Che Italia hai trovato?

La cosa che più mi ha sorpreso è che non ci sono bambini. Siamo una società invecchiata, che vive bene, creandosi esigenze che tali non sono. In questi ultimi anni ho capito la famosa frase “ciò che tu hai in più, l’hai portato via a chi non ha niente”.

Il compito di un missionario in Italia oggi è molto difficile, perché manca l’entusiasmo di voler vivere e celebrare il cristianesimo come una novità.

Sei appassionato di informatica!

Attraverso i social network cerco di portare il messaggio di Cristo. In occidente l’uomo è più individualista. In Africa senti la solidarietà, fai parte di qualcosa. È il concetto di ubuntu: tu sei perché noi siamo. Senza gli altri non siamo nessuno.

Cosa farai a Brescia?

Metterò a disposizione le mie competenze informatiche, senza preclusioni per altre attività. Spero di conoscere meglio la città, la diocesi e gli amici dei saveriani. Ma il sogno è di tornare in missione.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2347.04 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Agosto/settembre 2015

Un filo lungo vent’anni, rosso come il sangue

Nell’arco di vent’anni di vita missionaria in Burundi, il piccolo Paese della regione dei Grandi Laghi, il sangue ha tracciato un filo rosso, lasci...
Edizione di Maggio 2017

La gioia del vangelo è contagiosa

Prima ad arrivare - e ultima a partire - è stata la signora Rita, mamma del saveriano p. Marco Milia. Allegra, ha subito gustato un buon caffè in c...
Edizione di Aprile 2024

Oltre la missione…

Si è svolto a Medellín (Colombia), dal 26 febbraio al 1° marzo 2024, l’incontro annuale del Centro Studi Missionari Latinoamericani (CEMLA), i cui ...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito