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Il paese, la parrocchia, il mondo

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Quest’anno sono tornato a dare una mano al parroco di Mezzano per la preghiera quaresimale nelle famiglie della parrocchia. Sulla strada, arrivando da Ravenna al cartello stradale “Mezzano”, leggo sul muro di un vecchio caseggiato: “Partiti, mafia, stato ci rubano la vita… insurrezione resistenza infinita”. La “a” finale è chiusa in un cerchio, e accanto c’è il numero 43.

Le scritte con il n° 43 potrebbero far pensare all’utopia di un folletto anarchico, di un sogno fallito, tradito, irrealizzato. Infatti, è stato ricordato il centenario della settimana rossa nel Ravennate, dove sono state incendiate chiese, stazioni, municipi, in reazione all’uccisione di tre militanti ad Ancona.

È storia recente…

Visitando il cimitero di Mezzano mi ha sorpreso il segno di tante croci sui monumenti funebri, che ricorda la frase “Stat crux dum orbis volvitur” (la croce resta fissa mentre il mondo ruota), come dimostra la vecchia chiesa sconsacrata.

Si racconta che durante la cena profanatrice dei rivoltosi, la passionaria Giacomina disse: “Se è vero che qui c'è Nostro Signore come dicono i preti, che mi mandi un segno in quello che ho nella pancia”. Il parroco di Mezzano, don Giuseppe Strani ricordò ai propri fedeli in una sua predica: “Durante la settimana rossa una donna mi puntò la rivoltella al petto; ora, il figlio che allora la donna portava in grembo, è diventato sacerdote”.

Adesso a Mezzano, in piazza della Repubblica, troviamo la nuova chiesa di San Cristoforo martire, la delegazione distaccata del municipio di Ravenna, le sedi sindacali, sociali, politiche, sanitarie, culturali e, più indietro, la sala per i giovani dedicata a “Pier Giorgio Frassati”. Alcuni giovani ravennati aderiscono all’iniziativa “Appendi un volto di santo” la sera del 31 ottobre, vigilia di tutti i santi: per avere un po’ di sale in zucca, invece di esporre zucche vuote…

L’arcobaleno del bambino

Nella penultima benedizione delle case, ricordo di aver incontrato il figlio di un anziano anarchico, che non sapeva se era stato battezzato o no; ma abbiamo recitato lo stesso il “Padre nostro”, e lui si era alzato in piedi.

Quest’anno un bambino di tre anni mi ha regalato un disegno: una casa sormontata da un arcobaleno, sotto il sole con i raggi rossi e qualche goccia di pioggia dalle nuvole.

Sulla facciata della scuola elementare “Giorgio Rodari” di Mezzano si vede un arcobaleno con i bambini dei cinque continenti, in terracotta.

Infatti, anche in questo paese ho visto che i bambini nascono, i ragazzi giocano, e gli anziani compiangono… i tempi passati. A noi tocca scegliere tra l’arcobaleno di Dio e l’arcobaleno degli uomini.

Le tante crisi di oggi

Oggi il mondo è di fronte al grave problema dello stra-potere di pochi ricchi che vogliono dominarlo, mentre la crisi mette a disagio le famiglie con lavoro precario. Anche un centro agricolo come Mezzano si trova con lo zuccherificio dell’Eridania che ha chiuso i battenti per adeguarsi alla globalizzazione.

Incontriamo per strada persone provenienti da continenti, tradizioni e culture diverse, con le quali dobbiamo imparare a convivere, cooperare e progettare il futuro, secondo i valori della nostra storia. Alcuni vivono nelle vecchie case popolari dell’Eridania.

Lo spostamento delle attività produttive in paesi emergenti con manodopera a minor costo, comporta una perdita di posti di lavoro e di investimenti nel nostro paese.

Per uscire da questa crisi provocata dalla dittatura finanziaria ci vuole un modello antropologico che favorisca la crescita di tutti, non solo di pochi.



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