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Il ''mondo perduto'' di Mongo, Lettera dalla Sierra Leone

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Padre Carlo Di Sopra ha scritto una lettera di ringraziamento a Dante, benefattore della missione in Sierra Leone.

Gentile signor Dante, le scrivo questa lettera dalla Sierra Leone per ringraziarla della generosa offerta che ha fatto a favore dei lebbrosi e malati della nostra missione. Mi trovo in Sierra Leone dal 1993 e dall'anno scorso in un villaggio chiamato Mongo Bendugu, dove i saveriani hanno aperto una nuova parrocchia. A volte lo chiamiamo "mondo perduto", perchè si trova proprio nella foresta, collegato con il resto del Paese da una strada scomoda che diventa impossibile da percorrere durante la stagione delle piogge.

Tra contadini e allevatori

La maggioranza della popolazione è musulmana, ma noi cristiani, seppure in pochi, siamo molto attivi soprattutto nel campo della scuola e della promozione sanitaria. Qui a Mongo, infatti, abbiamo incominciato la nostra testimonianza gestendo una clinica che poi è passata in mano al governo. È stato soprattutto per l'impegno di volontari infermieri e di maestri che il cristianesimo è stato conosciuto.

La maggioranza della gente appartiene alla tribù kuranko. Ci sono però anche molti fula. I kuranko sono agricoltori e i fula allevatori di mucche. Molte volte sorgono dispute perchè le mucche che vivono praticamente libere distruggono i raccolti. Ma a parte questo la gente vive in pace e in modo molto semplice.

È come tornare a scuola...

Credo che comunque sia uno dei posti più poveri della nazione. Non c'è la fame perchè coltivano il riso, ma non c'è neppure un'economia che vada al di là della sussistenza. Guadagnare i soldi necessari per mantenersi a scuola è un problema per molti. Comprarsi le medicine anche per una comune malaria non è semplice. Molte volte, a causa della povertà, ricorrono a metodi di cura che sono molto approssimativi.

Insieme a me c'è un saveriano dalle Filippine, p. Patrick Santianez, appena ordinato sacerdote e alla sua prima esperienza missionaria. Insieme, cerchiamo di capire come fare per entrare in questo mondo così diverso dal nostro. Ogni giorno è come una scuola anche per noi. Un po' alla volta, con piccoli gesti, cerchiamo di piantare il seme della Parola del vangelo nel cuore e nella mente della gente. Quando qualcuno lo accetta, diventa poi a sua volta un testimone per altri.

Non c'è tempo per bei discorsi

Una delle cose che gradiscono di più è l'attenzione che cerchiamo di dare alla gente nel momento della malattia. Spesso la comunità, dopo la Messa o l'incontro settimanale, va insieme a trovare e a pregare per chi è ammalato. Tutti apprezzano questo gesto anche perchè li fa sentire al centro dell'attenzione della comunità. In vari casi poi, dobbiamo aiutare anche per le medicine ed ancora di più se si tratta di malattie che necessitano di un ricovero o di un intervento. Abbiamo già potuto salvare qualcuno da situazioni pericolose per una semplice appendicite, per esempio.

A parte il paese di Mongo, cerchiamo di seguire molti altri villaggi con scuole elementari e tentiamo di creare anche una pur piccola comunità cristiana che è come il seme del vangelo. Non possiamo fare molti ragionamenti e bei discorsi... spesso si tratta di partire dal segno della croce. A volte però è emozionante perchè è veramente il primissimo annuncio.

Insieme a queste parole, possa arrivare anche la nostra gratitudine e preghiera per lei, la sua famiglia e sorella Bernardina che lei ha voluto onorare con l'offerta che ci ha mandato.



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