Il comitato di laici missionari
Nel 2012 è nata l’idea di creare un comitato di laici missionari che, nello stesso anno, ha creato un appuntamento nazionale. Da allora, ogni anno i gruppi laicali degli istituti missionari italiani continuano a lavorare per capire come il quotidiano chiama un laico cristiano a vivere la gioia del vangelo. Anche se il sentiero che stiamo tracciando non è ben delineato, sentiamo che sia importante confrontarsi sul tema “chi sono e cosa faccio io, laico missionario del 2018 e nel 2018?”. È un tentativo di uscire dalla propria porta di casa, da abitudini e comodità, per osservare la stessa realtà da una prospettiva diversa. E devo dire che funziona, smuove dai luoghi comuni. Questo percorso ci aiuta continuamente a interrogarci su cosa voglia dire comunicare il vangelo in questi anni e in questo contesto sociale.
Il primo passo è stato capire cosa vuol dire essere laico missionario. Sicuramente, siamo facilitati rispetto alle congregazioni nel vivere la realtà che ci circonda. Siamo costretti a incontrarla nel mondo del lavoro e della famiglia, quando portiamo a scuola i nostri figli e quando partecipiamo alla vita delle nostre comunità. Abbiamo subito realizzato che essere laico missionario vuol dire semplicemente essere cristiani. E il nostro ruolo è esprimere, con la nostra vita, la gioia del vangelo. Vivere il proprio carisma al fianco di chi Dio ci mette sulla strada. Ognuno di noi ha il suo cammino e compagni di viaggio, a volte sono gli stessi, a volte percorriamo strade diverse, a volte ci incrociamo. Le diverse realtà laicali missionarie, però, pur nella diversità, sono unite nel compito di impegnarsi in una missione che sempre più spesso è di frontiera.