Il buon panettiere di Cantù
Lo vedo arrivare sorridente alla casa saveriana di Tavernerio. Un fratello, un amico, uno dei piccoli-grandi del vangelo che conoscono e camminano nel regno di Dio. Una luce, ma senza rumore... Così penso Lino Guarisco, oggi, nella gioia luminosa della casa del Padre. Era "povero di spirito". Per questo, capace di vedere il bene negli altri, di incontrare tutti, ma specialmente di accorgersi di chi era nel bisogno, di noi disabili in particolare.
Ero arrivato da poco a Tavernerio, sulla sedia a rotelle... Ricordo. Lino si presenta alla mia porta con alcune persone in difficoltà fisiche: era una delegazione dei "volontari della sofferenza". Non ci siamo più lasciati. Persone, gruppi, volontari, giornate e campeggi, visite ai malati, pellegrinaggi... Tante persone venivano coinvolte, in un cerchio di amicizia e d'impegno verso gli altri.
La missione e i missionari erano una stella nel suo percorso. Conosceva, amava i saveriani, uno per uno, le loro missioni, i loro ideali e i loro limiti, con un cuore di vero fratello che vede e incoraggia al bene. Sempre. Aveva ricevuto il "Premio della Bontà" a Cantù, ma l'attenzione e il merito erano da lui rivolti più ai missionari che a se stesso!
Il suo lavoro era portare il pane nelle famiglie, un pane spezzato con i problemi della vita: il pane diventava relazione, amicizia, condivisione, e soprattutto speranza alla luce della fede. Lino è uno di quei santi che il Signore semina sul nostro cammino e rappresentano il volto della chiesa umile, povera, serva degli ultimi, segno del suo Signore.
Sono certo che farà di tutto per continuare ad aiutarci accanto ai nostri santi: Francesco Saverio, Guido Conforti, Teresa di Lisieux... Grazie Lino!