Il bambino e il cieco Bartimeo
“Gabriele, che cos’è tutta questa confusione? Sai che da molto tempo sono cieco. Mi puoi aiutare a capire cosa sta succedendo?”. Era Bartimeo che, tirando per la mano la sua guida, si aspettava una risposta. “Aspetta un attimo che vado a vedere e poi ti darò la risposta”. E così, correndo, Gabriele arrivò nella strada principale di Gerico, vicino alla fontana.
Si fece largo per vedere meglio. Poi capì che era Gesù e che stava camminando insieme a tanta gente. Chiese a uno dei suoi seguaci se potessero fermarsi, più avanti, da Bartimeo, il suo amico. Un “vedremo” buttato lì con fastidio, lo fece star male. Ma qualcun altro si era accorto di lui e gli fece cenno di avvicinarsi. Gabriele si guardò intorno. Subito dopo quel tale lo prese per mano e gli chiese cosa voleva. Si avvicinò all’orecchio e gli disse qualcosa. Lui gli sorrise.
Aveva capito. Si sarebbe fermato più avanti. Gabriele corse veloce, quasi gridando: “Bartimeo, sta arrivando… preparati!”. E arrivò davvero. Il cieco cominciò a gridare: “Maestro, sono qui. Per favore, aiutami a vedere”. Non lo lasciò finire di parlare che già aveva riacquistato la vista.
Gabriele danzava per la felicità e Bartimeo gli disse che, se voleva, potevano anche loro far parte degli amici di Gesù. E così cominciò una nuova avventura.