I “Muci” del Bangladesh
Il messaggio viene per i poveri dei più poveri, gli ultimi: i "Muci"; ma il termine stesso non è pulito; noi li chiamiamo "Rishi" (antichi padri dell'India). Esistono in Bangladesh minoranze che vivono come in isole separate, sconosciute, coperte da chì sa quali veli di maledizione umana che li mette fuori dalla società comune degli uomini. La loro situazione deriva dal sistema delle caste indù che sono quattro.
Esse provengono dal corpo umano: dal capo i Bramini, dal petto i Kotrio, dai fianchi i Kaesto, dai piedi i Sudra. Che ci rimane? Gli escrementi. I fuori casta sarebbero quindi i rifiuti dell'uomo. Tagore dice che sono considerati meno delle bestie e scrive: "Se un gatto si siede presso il piatto e mangia, non ha nessuna colpa, ma se un "Muci" entra in casa bisogna gettare via il riso".
Son detti paria o intoccabili, perché ogni comunicazione con loro contamina: la persona, la vista, la parola, l'ombra. E chi viene a contatto deve purificarsi. Questa gente vive segregata, fuori dal villaggio, nei posti più malsani, di estremo squallore; è impiegata nei servizi più bassi, come pulire le latrine, seppellire le carogne; risente di un severo ritardo nel campo educativo; non può avere un terreno.
Da molti anni la diocesi di Khulna e i Saveriani del Bangladesh stanno lavorando per questa gente dimenticata, coscienti della loro situazione, sentendosi loro stessi responsabili. Abbiamo fatto per i "Muci" una scelta prioritaria in tutti i sensi, e abbiamo pensato di coinvolgervi in questo impegno.
Oggi diciamo che la via aurea per aiutare questi intoccabili sono le · adozioni a distanza: chiedono poco da ogni persona, ma se molti aderiscono noi potremo fare dei veri miracoli. E queste adozioni a distanza vengono chieste soprattutto per l'educazione, per costruire delle capanne scuola, per mantenere un maestro. Ambedkar, scrittore indù, afferma che la Chiesa cristiana deve tornare là dov'è il suo posto tra i disprezzati e i dimenticati dell'umanità.