Vite grandiose da rispettare
Care amiche e cari amici di “Missionari Saveriani”,
mentre vi scrivo sono a Salerno per un po’ di riposo e per assistere la mia mamma. Siete sempre in tanti a leggere le notizie del nostro giornale, che offre a tutti l’opportunità di avere notizie dalle missioni e dei missionari e, nello stesso tempo, sentirci uniti attraverso la preghiera nel servizio in missione a numerosi fratelli e sorelle. Condividete, queste notizie con altre persone e diffondete “Missionari Saveriani”. È importante!
Dopo la grande bufera del Covid-19 che ha colpito tutto il mondo, anche il Bangladesh è ritornato alla normalità con l’apertura delle scuole nel settembre scorso. Molte persone stanno ottenendo il vaccino e questa è una buona cosa, affinché si possa arginare l’ennesima ondata del virus. In questo periodo di Covid-19, mentre le scuole erano chiuse (quasi due anni), molte ragazze giovani sono state fatte sposare dai loro genitori a causa di un futuro incerto. Il ritorno a scuola di molti ragazzi e ragazze ha visto le classi dimezzate e gli insegnanti hanno appreso in quel momento la notizia dei matrimoni. Non si può giudicare, ma si può comprendere la preoccupazione dei genitori che, temendo per l’incolumità della propria figlia, hanno preferito organizzare un matrimonio. In Bangladesh, la legge prevede un’età minima per potersi sposare (18 anni le ragazze, 21 i ragazzi).
Il Covid, purtroppo, ha portato tanta confusione nei giovani e anche nelle famiglie, disorientate e incapaci di decidere cosa fare. Prima di venire in Italia, sono passato a salutare i bambini del nostro Centro di Tonghi (Francesca Day Care Centre). Appena arrivato, subito si è tenuta una grande festa, ma soprattutto è stata una gioia sentire il vociare dei bambini e delle bambine. Mi sono seduto con loro e Nilufa, la responsabile del Centro. Di ogni bambino, e in particolare per quelli nuovi, oltre al nome mi ha descritto in dettaglio la loro situazione familiare e le problematiche. Parlando, mi ha presentato una bambina che, appena arrivata, era sempre con la testa bassa e non parlava. Dopo una settimana, tutto è cambiato… La bambina ha alzato la testa e ha iniziato a parlare.
In seguito, Nilufa mi presenta Rohim un bambino molto problematico, con una mamma diciamo così un po’ pazzerella. Di lui si prende cura la nonna. È un bambino sorridente e vivace. Stiamo tentando di dargli un po’ di stabilità, attraverso programmi personalizzati. Ascoltando queste storie, sono rimasto affascinato dalla bellezza che vedevo nei loro occhi, nonostante le problematiche familiari. Ma, soprattutto, mi sono reso conto dell’importanza della relazione, di entrare nella vita della gente dove l’altro non è solo un utente, ma una persona da amare, ascoltare e accompagnare.
Non sono solo nomi, ma vite grandiose da rispettare, da accogliere con gioia e gratitudine. A tutti voi un saluto e un grandissimo abbraccio!