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Gesù Cristo vive in Bangladesh

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I saveriani con i "fuori casta" e i poveri

Padre Enzo Valoti è un saveriano di Alzano Lombardo. Attualmente è il superiore dei saveriani che lavorano in Bangladesh. È venuto in Italia per partecipare alla Conferenza dei superiori saveriani. Padre Enzo, intervistato da Padre Curione, ci fa capire il senso della presenza dei saveriani in Bangladesh. I missionari saveriani sono in Bangladesh da più di mezzo secolo. Hanno praticamente fondato la chiesa di Khulna.

È proibito evangelizzare ...

Non bisogna dimenticare che il Bangladesh è un paese a forte maggioranza musulmana. L' evangelizzazione diretta, nel senso di proposta del cristianesimo, è di fatto proibita (anche se la Costituzione, di per sé, la permette). La polizia ogni anno verifica che i missionari non siano coinvolti in conversioni ( oltre che in politica!). Solo dopo questa assicurazione, al missionario viene rilasciato il permesso per poter rimanere e lavorare nel paese.

Il permesso non dura mai più di un anno, per cui deve essere richiesto e rinnovato ogni anno. Il nostro lavoro si svolge principalmente tra la minoranza hindu e, per di più, tra i fuori casta. Per questo, la polizia non è così meticolosa nei nostri riguardi e ci permette di andare avanti nel nostro lavoro rnissionario.

Le nostre rnissioni e le tante scuole che abbiamo in ambienti  prevalentemente abitati da hindu fuori casta, sono centri che irradiano i valori cristiani. Tra le tante attività, abbiamo anche alcuni piccoli gruppi che seguono il catecumenato.

Cerchiamo di fare il lavoro di Cristo

Anche se non riusciamo, generalmente, a parlare di Cristo in modo diretto, come missionari non restiamo inoperosi . Viviamo in questo paese come persone che rendono presente Cristo, cercando di portare avanti il suo lavoro. Non abbiamo programmi rigidamente definiti, ma cerchiamo di prendere le occasioni che ci sono per essere segni della carità di Cristo che accoglie tutti e ama tutti ; ama soprattutto coloro che sono meno amati e più dimenticati.

Questo spiega la nostra presenza e attività negli ospedali, in comunità per handicappati, l'accoglienza dei bambini di strada , la promozione del lavoro artigianale che fa acquistare dignità alla donna.

Ai cristiani parliamo di Gesù Cristo come Salvatore di tutti. Tra gli hindu parliamo di Gesù come di un grande Maestro che ha influenzato gli stessi loro maestri e guru . Tra i musulmani Gesù è conosciuto come profeta, ma la sua persona e il suo vangelo non influenzano per nulla la loro religiosità. A volte, ho provato a presentarlo come l'uomo ideale. Hanno reagito con grande scetticismo: "Non è neppure sposato! come fa ad essere un esempio per gli uomini?", dicono.

L' unica via è presentare Gesù attraverso la nostra testimonianza di vita. Cerchiamo di privilegiare e mettere in pratica la gratuità, il servizio degli altri, il perdono. Questi valori, di fatto, parlano di lui, lo descrivono , lo rende presente in mezzo a tutti e in tutte le situazioni.

Non vogliamo renderli mendicanti

Il Bangladesh è un paese povero. Noi missionari siamo comunemente visti come coloro che possono alleviare le situazioni di povertà. Anche perché mettiamo a servizio dei poveri quelle possibilità economiche che ci vengono offerte da amici e comunità, proprio per questo fine.

La nostra esperienza quotidiana però ci conferma che non è sufficiente offrire solo aiuti economici. Occorre una mentalità forte e tenace per poter trasformare l'aiuto economico in possibilità concreta di tirare avanti la propria famiglia con dignità. A volte , gli aiuti aumentano la dipendenza e la pigrizia di chi è aiutato.

In Bangladesh niente è facile, nemmeno aiutare i poveri! A parte il fatto che i musulmani ci accusano di usare la carità proprio per attirare la gente e poi convertirla! A volte ci sentiamo persino accusati di incrementare noi stessi la loro povertà , di incoraggiarli ad essere mendicanti, proprio attraverso l'offerta della nostra continua carità!

Per vincere la povertà occorre coscientizzare la gente, educarla, farla andare a scuola ... Occorre cercare la loro collaborazione anche quando vengono aiutati; creare possibilità di lavoro; insegnare di più a pescare , invece di dare loro pesci.

Occorre anche pregare, perché è solo con il cuore nuovo che l'uomo diventa autentico. E il cuore nuovo, lo sappiamo bene, è dono dello Spirito .

La coerenza di vita attira alla missione

Una delle prime cose che i saveriani in Bangladesh hanno fatto è stato il seminario. La diocesi di Khulna, infatti, non aveva neppure un sacerdote locale. Ora che il clero è abbastanza numeroso, si è aperta anche un'altra prospettiva.

Il "trucco" per attirare i giovani

Da alcuni anni, accettiamo che giovani cristiani bengalesi si possano aggregare a noi e diventare saveriani. La proposta vocazionale emerge quando qualcuno, vedendo il nostro modo di vivere e di lavorare, ne viene attirato e desidera essere come noi. È attraverso la nostra mediazione che essi arrivano a dire che vogliono vivere e lavorare come Gesù: essere suoi discepoli.

Utilizziamo un metodo molto semplice e cristiano, che si chiama: "vieni e vedi!". Il metodo è semplice in sé, ma richiede a noi saveriani molto impegno di coerenza. La nostra vita deve essere il più possibile coerente con il nostro ideale della missione e con il nostro carisma, affinché diventi una vera testimonianza.

Se il nostro modo di essere e di fare non attira e, soprattutto, non porta alla scelta di imitare Gesù, non avremo mai vocazioni. Oppure saranno vocazioni non genuine. Se i giovani sono attirati dal fatto che abbiamo più cose, più comodità di loro, questo è un modo falso di attirare. Si fa presto ad accorgersene e non porta ad alcun risultato.

Cristianesimo visibile

Le comunità cristiane del Bangladesh vivono accanto ai musulmani o agli hindu. A volte, l'ambiente che le circonda diventa un po' ostile e difficile. Nonostante tutto, le comunità cristiane sono profondamente coscienti e gelose della propria identità . Si sperimenta un legame di fede superiore a quello che si percepisce nelle nostre comunità qui in Italia.

In Bangladesh, il cristiano non vive mai il suo cristianesimo in modo anonimo. Il suo modo di parlare e di pregare, la sua abitazione e il suo comportamento, perfino il suo modo di vestire e di mangiare .. . lo contraddistinguono e rivelano a tutti la sua diversità dai musulmani e dagli hindu.

Anche i legami socia li, familiari e religiosi sono ancora molto forti. Nei momenti importanti della vita, come ad esempio il matrimonio , la comunità è presente e vigila affinché le regole siano rispettate: che ci si sposi in chiesa; che il matrimonio avvenga tra cristiani; che non si distruggano vite già concepite, eccetera.

Nessuno pensa o dice "Non sono affari miei!" quando c'è di mezzo una persona che, per legami di fede, è riconosciuta e considerata come proprio fratello o sorella.



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