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“Fraternità per la pace”

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Nessuna sorpresa: il messaggio di papa Francesco per la giornata mondiale della pace è sulla fraternità: “l’anelito insopprimibile che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere e abbracciare”.

Sorprende invece il tono caldo e coinvolgente. Egli constata che la fraternità, “fondamento e via per la pace”, potrebbe essere oggi favorita dal crescere delle comunicazioni nel mondo globalizzato, e invece è “contrastata e smentita in un mondo caratterizzato da quella «globalizzazione dell’indifferenza» che egli ha denunciato a Lampedusa e che ci fa “lentamente abituare alla sofferenza dell’altro”.

Vicini, ma non fratelli

Per il papa “la globalizzazione ci rende vicini, ma non ci rende fratelli”, perché persistono nel mondo “situazioni di sperequazione, di povertà e di ingiustizia che segnalano non solo una profonda carenza di fraternità, ma anche l’assenza di una cultura della solidarietà”. Crescono l’individualismo, l’egocentrismo e il consumismo materialistico e s’indeboliscono i legami sociali, alimentando quella «mentalità dello scarto», che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati «inutili».

La cultura d’oggi è incapace di produrre vincoli autentici di fraternità, perché ha messo da parte Dio: senza un riferimento trascendente la fraternità non si afferma e non riesce a sussistere quel farsi “prossimo” e il prendersi cura dell’altro che è il segno della fraternità autentica.

La domanda di Dio

«Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). La domanda che Dio rivolge a chi uccide il fratello rivela il dramma del nostro mondo. Anche se fratelli, creati dall’unico Dio, gli uomini e le donne portano inscritta in sé la vocazione alla fraternità e insieme la drammatica possibilità di tradirla.

Lo testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base delle guerre e delle ingiustizie, della criminalità organizzata e della corruzione, dello sfruttamento delle persone e della creazione.

Molti uomini e donne, molti bambini muoiono, infatti, per mano di fratelli e di sorelle oppure a causa della loro indifferenza che rimane inerte e insensibile davanti a chi si spegne per fame, malattia e conflitti che sarebbe facile arrestare se soltanto lo si volesse.

La domanda del papa

Il papa si chiede angosciato: “Gli uomini e le donne di questo mondo potranno mai corrispondere pienamente all’anelito di fraternità, impresso in loro da Dio Padre? Riusciranno con le loro sole forze a vincere l’indifferenza, l’egoismo e l’odio, ad accettare le legittime differenze che caratterizzano i fratelli e le sorelle?”.

Perché questo sia possibile, Dio ha mandato il Figlio a insegnarci che siamo figli di un Padre che ci ama non di un amore “generico, indistinto e storicamente inefficace, bensì di un amore personale, puntuale e straordinariamente concreto” per ciascuno, e perciò “voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8-9). Ora l’amore di Dio, accolto, “diventa il più formidabile agente di trasformazione dell’esistenza e dei rapporti con l’altro, aprendo gli uomini alla solidarietà e alla condivisione operosa”.

Un’occasione propizia

Ciò premesso, è facile comprendere che la fraternità è fondamento e via per la pace. La solidarietà cristiana presuppone che il prossimo sia amato, non solo come un essere umano con i suoi diritti e la sua fondamentale eguaglianza davanti a tutti, ma come viva immagine di Dio, e come un altro fratello, al di là d’ogni differenza di razza e genere, religione e nazionalità.

Il papa ricorda che anche l’attuale crisi può essere “un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza”, per tornare alla sobrietà e riscoprire i vincoli fraterni che ci legano gli uni agli altri, nella fiducia profonda che l’uomo ha bisogno ed è capace di qualcosa in più del proprio interesse individuale.

San Guido e papa Francesco

Questo è il messaggio del vangelo che san Guido Conforti ha lasciato a noi missionari saveriani e alla chiesa: fare del mondo una sola famiglia, dove tutti siano ugualmente rispettati e amati. Non sarà un’utopia irrealizzabile?

Papa Francesco non è di questo parere tanto che affida la pace a ogni fedele, come il vangelo da annunciare e promuovere ovunque.



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