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Diario del pellegrinaggio al castello Javier

C’è tanta adrenalina nei giovani che si accingono a partire per il pellegrinaggio al castello del Saverio in Spagna. Per questo, pur essendo le cinque e trenta del mattino, nessuno accusa il peso del sonno. Anzi, sono tutti entusiasti di iniziare finalmente il “cammino” verso Javier.

Siamo una ventina di persone: 3 saveriani, 2 studenti saveriani e una buona rappresentanza dei vari gruppi giovanili di Desio.

21 agosto: la partenza

Prima tappa: Genova porto. Sul pullman salgono gli amici provenienti dalla Sardegna. Hanno viaggiato tutta la notte sulla nave, ma l’incontro è vivace. Si fa conoscenza e, dopo una preghiera fatta insieme, inizia la gioia dei canti.

Alla pausa del pranzo si uniscono a noi i due pullman partiti da Parma. Ci fanno il regalo di tanti giovani amici provenienti da Salerno, Reggio Calabria, Taranto, Ancona, Parma e Vicenza. Siamo ora in 130, una vera e propria carovana ansiosa di giungere alle fonti dello zelo missionario di san Francesco Saverio.

In tarda serata, arriviamo sulle colline sovrastanti Barcellona. Siamo ospiti in un ostello per giovani.

Siamo stanchi, ma ancora nel sangue c’è emozione e gioia per questo inizio e per i nuovi amici e compagni di cammino.

22 agosto: Barcellona

La prima giornata in Spagna è occasione per tutti di vedere una delle meraviglie artistiche e religiose che si trovano a Barcellona. A gruppi, facciamo visita alla “Sagrada Familia”. Ma prima ci ritroviamo nel piazzale centrale della città e con entusiasmo cantiamo l’inno a san Francesco Saverio, composto da due giovani di Salerno. L’inno è accompagnato anche da una danza piena di significato religioso.

A sera, torniamo verso il luogo dove siamo ospitati. Ma non dimentichiamo di approfittare, dopo una giornata afosa, della vicina piscina. Qui, tra tuffi e giochi d’acqua, ci ristoriamo, per poi riaprire le “danze” in onore del Saverio.

23 agosto: verso Pamplona

Sulla strada verso Pamplona, siamo ospiti a Saragozza della famiglia del nostro caro Miguel, ora missionario in Brasile. Dopo un bel pranzo spagnolo, facciamo visita al famoso santuario della “Madonna del Pilar”.

La sera arriviamo a Pamplona e incontriamo gli amici della Spagna. Si fanno le ore piccole nella grande palestra, dove dormiremo. Ogni gruppo si presenta con scenette e canti. I sacchi a pelo e le stuoie rendono il pavimento della palestra come un grande manto di Arlecchino.

24 agosto: Ardanaz

La fila dei pellegrini si staglia lungo il sentiero. Di spalle, si vedono solo i grossi zaini con il sacco a pelo. La prima tappa è di 15 chilometri. È il primo giorno di cammino e alla fine sentiamo la stanchezza. I paesaggi e le vallate, color verde e oro, hanno però alleggerito la fatica.

Siamo accolti in un paesino di contadini, gente ospitale che ci offre da dormire nella sala pubblica e in una vecchia chiesa in disuso. Iniziamo i lavori di gruppo e di riflessione sui sogni che hanno guidato il Saverio, sul mosaico ricomposto della sua immagine. Attacchiamo anche i nostri sogni, quasi a unire il nostro cammino al suo.

25 agosto: Lumbier

Giornata faticosa, con oltre 20 chilometri di cammino. Qualcuno si arrende per strada, per infortunio o dolori. Impegniamo la maggior parte del tempo in colloqui con i nostri compagni di viaggio. Il tema è “l’incontro”. Ricordiamo che sulla strada del Saverio si era messo sant’Ignazio di Loyola. Anche noi ripensiamo agli incontri provvidenziali che Dio ci ha messo lungo il cammino e ancora ci prepara per la vita.

L’arrivo festoso al paese di Lumbier culmina in una Messa in piazza, alla quale partecipa molta gente. Continua la festa con canti e danze insieme. Una palestra per il gioco della “pelota” accoglie il nostro riposo.

26 agosto: Sanguesa

Si ritorna a una tappa più facile: 15 chilometri, tra verde e rumore d’acqua che scorre nel fiume, in un canyon stupendo, suggestivo. Ricordiamo la trasformazione del Saverio. È il giorno della “conversione”, preparato e condotto dal nostro gruppo di Desio. Concludiamo il cammino e la riflessione in silenzio, sul prato che è dietro la splendida chiesa romanica.

Il momento è forte. Con la celebrazione comunitaria del sacramento della riconciliazione, vogliamo essere pronti a seguire le orme del santo missionario. La sera, via libera alla giovinezza dei pellegrini, che si sfidano in un vivace karaoke.

27 agosto: eccoci a Javier!

La “contemplazione”: appena dieci chilometri, pochi ma densi. Il silenzio fa udire i passi dei pellegrini, fa contemplare la natura, ci fa guardare meglio i volti dei compagni di viaggio. Come missionari, vogliamo “cercare, vedere e amare Dio”, con lo stile di san Francesco Saverio. È lì che ci aspetta. Dalla vetta del monte, vediamo a valle il suo stemma che sventola dalla torre del castello di Javier.

È un momento commovente, degno anche di uno sguardo che spazia nella pianura, tra rivoli e campi colorati. Ci siamo! La distanza viene colmata in pochi minuti. Arriviamo all’ostello per la gioventù. Dopo notti sul pavimento, ci ritroviamo su un comodo materasso. La sera, fiaccolata verso il castello e veglia di preghiera nel piazzale sottostante. I giovani vivono con commozione il loro primo incontro con il luogo di nascita e di battesimo del Saverio.

28 agosto: Javier

Il “Crocifisso” nella vita del santo missionario: questo è il tema della giornata. La visita al castello ci rivela la bellezza originale del Crocifisso sorridente, che ha ispirato il nostro patrono. Le riproduzioni fotografiche o in legno non sono comparabili a quest’opera, che si trova nella cappella di famiglia.

Se ne parla nei gruppi, si commenta; ma soprattutto risalta dalle parole dei giovani lo stupore. Davvero il Signore in croce ha mosso tanti uomini a offrire la loro vita per l’annuncio del vangelo. Chiediamo la grazia che questo miracolo continui ad avvenire, e magari anche tra noi pellegrini. 

La nostalgia del ritorno

Nella sala che ospita gli incontri sono appesi i disegni con la storia del Saverio e dei suoi viaggi missionari. Ottimi spunti: ci mettono sulle sue orme e nel giusto atteggiamento. Nella chiesetta del battesimo, celebriamo la Messa.

Riceviamo la maglietta e il “mandato missionario”. È un sasso, raccolto lungo il cammino, su cui sono state impresse due paia di orme: il primo paio, per l’andata, pellegrini al castello; il secondo, per il ritorno, nella vita di tutti i giorni e sempre con lo stesso spirito missionario. La sera, festeggiamo con un festival della canzone missionaria e alcune testimonianze di giovani che hanno fatto esperienza di missione.

Il nostro pellegrinaggio è finito. Lo coroniamo presentandolo alla Madre Maria, alla grotta di Lourdes. Insieme alle migliaia di pellegrini, mettiamo nelle sue mani la nostra speranza, i nostri sogni più generosi. È anche questo un momento forte, che si conclude con la Messa e la tradizionale fiaccolata. L’impressione è quella di aver messo in mani sicure i frutti di questo viaggio.

Torniamo verso casa. C’è un po’ di nostalgia nella gioiosa compagnia, che sta per lasciarsi. Tante promesse di trovarci ancora e, nel cuore di ciascuno, il segreto di una grazia che segni il cammino della nostra vita in modo “missionario”. La carovana di Desio giunge a casa dei missionari a tarda sera del 29 agosto.

Chissà che la nostra casa missionaria non diventi come il castello Javier, culla di nuove energie, dedicate alla missione. San Francesco Saverio, prega per noi!



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