Fermarsi per riflettere
Anche in questo 2022, i chilometri, su e giù per la Sardegna, ci hanno aiutato ad incontrare tante persone che portiamo nel cuore, come nella preghiera. Prima di tutto le delegate missionarie, poi i presbiteri e tanti uomini e donne che, in silenzio, pregano e condividono con i missionari i frutti del loro amore. Ci riempiono di gioia e di responsabilità.
Vi ringraziamo per tutto quello che fate, nonostante le difficoltà. Ricordo sempre quello che mi disse una delegata, ormai costretta a letto, ripercorrendo il suo impegno: “È bello lavorare per le missioni”. Passando in ogni paese (da Oristano in su, sono 55), si incontrano tante realtà, si conoscono episodi nascosti dell’impegno missionario di tante persone. Sono segni dell’amore di Dio che ha fatto miracoli nel cuore e nella vita di molti. I parroci e il loro desiderio di continuare ad annunciare il Vangelo andando incontro alla gente che aspetta di conoscere Gesù, non ci fa sentire soli, ma uniti nel lavoro di evangelizzazione. Qualcuno ricordava gli incontri con i missionari a Macomer o nelle parrocchie, nei loro anni giovanili.
Dopo il Covid, tutto sta riprendendo, pur sapendo che niente sarà come prima e che bisogna inventarsi cose nuove, ma soprattutto essere vicini alle persone. Poi, per rendere, se così si può dire, più facile i viaggi al Nord Sardegna, oltre al punto di riferimento di Macomer (c’è sempre un missionario disponibile all’ascolto), abbiamo avuto il dono di poterci fermare nella casa parrocchiale di Gorofai-Bitti per le zone del Goceano-Baronia e Barbagia. Certo, ci vuole tempo, pazienza e ascolto. Ma fino a quando il Signore ci darà la forza, cercheremo di fare “del nostro meglio”, sapendo che ci sono molte persone che pregano, ci incoraggiano e non ci fanno mancare la gioia di incontrarsi. Leggete l’esperienza che segue.
Da un po’ di tempo, eravamo in contatto con il nuovo parroco di Scano Montiferro, don Cristian Sanna. Ci ha espresso l’esigenza di organizzare alcuni incontri missionari nella sua parrocchia.
Padre Giovanni Pes, originario di Scano e missionario in Congo RD, sicuramente ci ha messo una buona parola dal Paradiso e così per 4 martedì abbiamo riflettuto sull’enciclica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium” (la gioia dell’evangelizzazione). Ogni volta erano presenti una trentina di persone (anche dalla vicina parrocchia di Sagama). Siamo partiti dalla gioia di annunciare il Vangelo, ricordandoci che la Chiesa deve avere le porte aperte. È importante rendersi conto delle sfide che il mondo attuale fa alla Chiesa. E, per finire, è tutto il popolo, ciascuno di noi, che deve annunciare il Vangelo concretamente.
Ho portato un po’ della mia esperienza africana per far capire che non possiamo più stare fermi, tranquilli in casa nostra, ma dobbiamo essere una Chiesa in uscita, che va incontro a tutti, dove la gente si trova, vive, spera, sogna e lavora (come, ad esempio, ha fatto il parroco di Bitti, incontrando le persone nei bar del paese; ce ne sono 23!). Ci siamo anche chiesti cosa possiamo e dobbiamo fare, magari iniziando con piccoli gruppi di preghiera nei quartieri, per conoscere le persone sole e abbandonate. Cosa fare per i giovani e i bambini, come ridare vigore alle tradizioni (Settimana Santa, feste patronali a cui molti giovani si stanno riavvicinando)?
Si respira la voglia di ricominciare, di fare qualcosa che porti fiducia e speranza alle persone. Don Cristian è pieno di entusiasmo, ma anche cosciente che il cambiamento avviene piano piano, pur con continuità. Ci siamo sentiti accolti, anche dalle parole di don Cristian all’ingresso nella nuova parrocchia: “Voi saveriani siete i benvenuti, sentitevi a casa vostra”. L’abbiamo constatato in quest’anno e con gioia abbiamo dato una mano per la Settimana Santa (sia a Sagama che a Scano). È stato bello vivere con la gente questi momenti e speriamo di poterne vivere altri ancora. Chi ben comincia…