Facciamo un tuffo nel mondo
Settimana al camping con i missionari
Farvel, Tot ziens, Aoi... Ma che lingua sta parlando, direte voi. Non una, ma tre lingue: sto salutando in norvegese, olandese e ceco. L’ho imparato al camping S. Francesco di Caorle, dove gli istituti missionari che lavorano nel Nordest hanno organizzato insieme una settimana di animazione dal 21 al 29 luglio.
I missionari provenivano da esperienze in Africa: suor Marlena comboniana, suor Sandra di nostra Signora d’Africa, p. Godfrey della Consolata e originario della Tanzania, e io p. Franco, saveriano. C’erano anche Joào Batista, uno studente brasiliano della Consolata, mamma Ornella e lo studente Nicolò da Padova.
Impegno e divertimento
Per distinguerci indossavamo una maglietta con la scritta: "un tuffo nel mondo". Naturalmente vi era raffigurato il mondo e una persona che da uno scoglio si tuffava, tenendo chiuse le narici… per non far entrare l'acqua, o perché... Noi invece ci tuffiamo per renderlo pulito, come diceva Madre Teresa.
L’esperienza è andata bene, sentendo anche certi commenti. Ci siamo impegnati e divertiti, come ci aveva raccomandato don Fabio, direttore della pastorale dello sport per la diocesi di Venezia. La parte liturgica, ben curata dalla chitarrista suor Marlena, è stata molto apprezzata.
Ha attirato particolare attenzione - anche di qualche passante - la recita delle lodi sulla spiaggia alle 8,30 del mattino e la recita del rosario la sera, sul prato antistante la casa della signora Palmira, che ha avuto l’onore anche di qualche fotografia da parte dei vacanzieri.
Musica, danza e... curiosità
In collaborazione con il gruppo animazione del campeggio, in particolare i coniugi Elena e Andrea, abbiamo organizzato due serate teatrali. Giovedì 26 luglio, festa dei nonni, ricordando Gioacchino e Anna, nonni di Gesù, siamo diventati tutti attori professionisti. Infatti, è stata messa in scena “Africa: valore dell’anziano”. Nel finale Joào, insieme a due ballerine, ha improvvisato una danza del suo Brasile, stupendo i presenti. Gli applausi sono stati tutti per lui.
Sabato 28 c’è stata la serata conclusiva. Abbiamo iniziato con il canto “Africa! Africaaa!”: tutti al ritmo di danza… sia pure con qualche difficoltà. Poi, a suon di musica, ci si lanciava l’un l’altro un piccolo mappamondo. Quando la musica si fermava, chi rimaneva con il mappamondo in mano faceva una domanda ai missionari. Ecco le più interessanti con le rispettive risposte: “Qual è stata l’ultima bella cosa che hai fatto oggi?” - “Aver danzato durante il canto”. “Quali sono i colori dell’Africa?” - “Il rosso della terra argillosa, il nero della pelle, ma il più bello è il bianco del sorriso dei bimbi”.
Puoi esserlo anche tu!
Alcuni amici del campeggio, alla fine della settimana, ci hanno detto: “Siete diversi da come vi pensavo. Vi ho visto pregare, poi siete stati i primi alla scuola di ginnastica, vi ho visto in teatro, al mare, in piscina e qualcuno perfino in discoteca. Sapete cucinare e poi quel saluto adatto alla gente, dopo aver letto la nazionalità sulla targa della macchina. Peccato che ve n’andiate proprio ora!”.
Rispondendo a queste belle parole, devo dire che non siamo poi così speciali. Come tutti, abbiamo i nostri pregi e i nostri difetti. Ci accomuna il desiderio che tutti conoscano e amino Gesù. Incominciamo da noi due, io e tu che leggi: anche tu puoi essere missionario e missionaria, lo sai?
Ringrazio Raul, direttore del camping, Valentina, Palmira, Andrea e tutte le persone del campeggio. Siete tutti importanti, per il Signore e per noi.
E chissà che il prossimo anno… Allora arrivederci, a Dio piacendo.