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Eppure lo vedevi tutti i giorni

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Quello che sta sopra tutti noi, continua a ripetermelo: “Eppure lo vedevi tutti i giorni!”. Ha ragione, ma io non avevo tempo per pensare. E mentre parla, il signore ricco quasi si mette a piangere. Non pensava che, dopo una vita vissuta tra feste, pranzi e divertimenti, dovesse finire in quel luogo di tristezza, di sofferenza. Lui non era abituato.

Quante volte glielo avevano detto i suoi servitori che fuori della porta di casa c’era un certo Lazzaro, un povero, ridotto veramente male.

Lui chiedeva un po’ di cibo e di essere accettato per come era. Ma lui, il ricco, voleva solo le amicizie importanti e quel poveraccio (sporco, vestito male, ammalato) non rientrava nel suo piano per diventare un personaggio importante.

Ma un bel giorno, tutte e due cominciano l’ultimo viaggio.

Lazzaro se ne va a casa del Creatore del mondo e lui il ricco, il signore, viene scaraventato giù, nel buio profondo, in mezzo ai tormenti, nell’inferno. Non era preparato a tutto questo e comincia a lamentarsi. Alza gli occhi verso l’alto e, da una finestrella, vede quel tale Lazzaro pulito, vestito bene, in buona salute e felice. Allora comincia a lamentarsi, pensando che non era giusto quello che gli era capitato. Lo dice a gran voce, chiedendo di avere qualche goccia d’acqua. Ma la risposta arriva subito: “Tu non hai dato niente e non riceverai niente”.

Non era abituato al rifiuto. Era lui che comandava e ora era lasciato solo. Con un filo di voce chiede che venga mandato qualcuno ad avvisare i suoi fratelli di cambiare vita, finché sono in tempo. Ma la medesima voce gli risponde: “Che aprano gli occhi, che ascoltino la Parola di Dio e da lì potranno trovare la forza di vivere meglio”.

Una frase gli ritorna in mente. Qualcuno, non si sa come, gliela ha suggerita:

“Tu lo conoscevi Lazzaro. Perché hai fatto finta di non vederlo? Non c’è più tempo per cambiare. Il tuo cuore non esiste più”. E così fu scritta la parola: fine. 



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