Skip to main content
Condividi su

Stiamo vivendo una stagione di rapidi cambiamenti che scuotono il nostro cuore e ci mostrano i mali della nostra società. Ma bisogna che ce ne rendiamo conto e riflettiamo sulla nostra storia, per cogliere il messaggio che gli avvenimenti ci portano. C’è, infatti, il pericolo che essi si susseguano e dopo qualche giorno scompaiano, inghiottiti dal tempo, se la memoria non riesce a bloccarli per estrarne quel messaggio che Dio mette in essi per la nostra istruzione.

La storia che stiamo vivendo, carica di violenza e di ingiustizia, di malcostume diffuso e di corruzione, di sofferenza e insoddisfazione, ci dice che il mondo da sé non si salva, ma ha bisogno di un Salvatore.

Lo sentono anche coloro che non hanno la nostra fede. Quanto più noi che dalla fede sappiamo che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” e che il nostro Dio è “Dio che salva”. Lui, l’unico che ci può condurre fino alla pienezza di quella umanità, per la quale siamo stati creati e che non possiamo raggiungere se non con la sua grazia.

È tempo di conversione

Da alcune settimane è cominciato il tempo santo della quaresima, con i suoi riti liturgici e tradizionali. Anch’esso è un’occasione offertaci da Dio per farci riflettere. Esso porta un messaggio per tutti i cristiani, che ognuno però deve tradurre per sé dentro la sua storia personale.

La quaresima è sempre la stessa da quando la chiesa nel IV secolo ha cominciato a celebrarla: un tempo “forte”, contrassegnato da un intenso proposito spirituale, nel quale il cristiano s’impegna a cambiare il modo di pensare e giudicare, di parlare e agire. È, con una parola sola, un tempo di conversione, di ritorno al Signore, dal quale ci allontaniamo quando cediamo alla seduzione del male.

Quello che la quaresima ci propone è quindi prima di tutto di risvegliare la coscienza alla nostra condizione di peccatori, creature fragili, incapaci di seguire con costanza il Signore, e quindi bisognose della sua misericordia. Questo è il primo passo della quaresima. Per ognuno di noi vale la parola di Paolo: “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io” (1Tm 1,15).

Poveri, ma amati da Dio

Il pericolo, tutto sommato, è quello di sentirci giusti. o peggio ancora, di essere creduti tali dagli altri. C’è in noi una tendenza all’ipocrisia che impedisce a Gesù di salvarci, perché egli è venuto non per i giusti, ma per i peccatori. Per renderci coscienti di questa nostra condizione, il cammino quaresimale è iniziato con il rito dell’imposizione delle ceneri: “Convertiti e credi al vangelo”, alla lieta notizia della salvezza, a Dio che ti vuol salvare.

Il rito quaresimale delle ceneri è decisivo per riconoscere la nostra condizione di poveri, ma di poveri chiamati da Dio e da lui amati. Questa parola alimenta la speranza e ci permette di camminare verso la Pasqua di Gesù, con il quale anche noi moriamo e risorgiamo a vita nuova.

Trasformare il mondo

Ma la Quaresima, con la promessa della salvezza pasquale, porta con sé anche una missione, un impegno corrispondente al dono ricevuto, che ci impegna a trasformare questo mondo, carico di tristezza e di violenza, a causa del peccato e dell’allontanamento da Dio e dalla sua volontà.

Davanti alle dimensioni del male del mondo, potremmo sentirci inadeguati e impotenti:

che possiamo fare noi per cambiare questo brutto sistema d’ingiustizia, odio e violenza che caratterizza il nostro tempo e fa soffrire tanti fratelli e sorelle?

Cristo tende la mano…

Una delle pratiche tradizionali della quaresima, segno del nostro impegno nel tornare a Dio, è sempre stata l’elemosina. Essa non ha perduto il suo significato e non dobbiamo smarrirla come se fosse ormai obsoleta e inefficace. Essa è sempre la risposta concreta data al Signore che ci avvicina e tende la mano, ricordandoci la parola che risuonerà al momento del giudizio finale: “Avevo fame, avevo sete, ero forestiero …e mi avete accolto”.

L’elemosina assume oggi forme nuove: accoglienza e cura dei diversi, ascolto e rispetto per gli altri, per chi non è della nostra nazionalità, etnia e religione.

Quante volte il papa ce l’ha ricordato! Non possiamo delegare tutto alla società civile o alla Caritas.

La carità è il frutto più vero e più bello della Quaresima, una carità che comincia dal prossimo, cioè da chi mi sta accanto, che alza gli occhi e incrocia quelli di chi ci passa accanto, che cerca anche di coinvolgere gli altri in uno sforzo comune di cambiare lo stile della nostra vita comoda e ripiegata su se stessa. Allora la celebrazione della Pasqua di morte e risurrezione del Signore sarà la celebrazione del “mondo nuovo”.

Buona Pasqua!



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2318.45 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Luglio/agosto 2004

Padre Teodori, da Tivoli alla Cina

Era il decano venerabile dei saveriani Il 12 aprile, in casa madre a Parma, il Signore ha chiamato a sé p. Franco Teodori. Con i suoi 94 anni, era...
Edizione di Dicembre 2003

Sorprese della vita missionaria

Scoprire i lati buoni di ogni cosa In occasione della Giornata missionaria mondiale, il centro missionario di Brescia, come ogni anno, ha organizz...
Edizione di Agosto/settembre 2019

Da Oriente e Occidente

Padre Rocco Viviano ha guidato il "Pellegrinaggio e preghiera interreligiosi per la pace", con un gruppo di 45 partecipanti, per lo più fedeli e pr...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito