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Dove la cultura non ha età

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Esiste anche l'UTL, l'università del tempo libero. Di solito è chiamata "università della terza età", oppure "università degli anziani". Non mi sembra giusta questa definizione, vista la varietà di alunni che la frequentano, ma soprattutto la freschezza di mente e gli interessi di tutti quelli che vi accedono per mantenere giovane il loro desiderio di conoscere, imparare e crescere.

Ho messo da parte i dubbi

L'UTL di Desio "Il centro" è nato pochi anni or sono per contribuire a promuovere la cultura e la socializzazione umana delle persone, mediante l'attivazione di corsi su argomenti specifici e altre attività creative e artistiche. È un'università aperta a tutti.

Quattro anni or sono mi hanno chiesto di dare il mio contributo come missionario e come "esperto" in cultura orientale. All'inizio ero un po' reticente nell'accogliere la proposta, perché oberato da tanti altri impegni e forse avevo anche qualche pregiudiziale per questo tipo di scuola. Poi ho accettato ripromettendomi di essere disponibile solo per quell'anno, salvo poi allungare di anno in anno la mia presenza, variando anche l'argomento del corso: religioni orientali, cultura orientale, religioni comparate, la donna in oriente...

Una seria preparazione

Purtroppo, sono già a conclusione del corso di quest'anno e con dispiacere devo proprio dare l'addio a questa bella esperienza di animazione vissuta negli anni della mia permanenza a Desio.

I corsi sono stati per me un'occasione di vera animazione missionaria sul territorio. Gli argomenti trattati si basavano sulla mia diretta esperienza missionaria e sulla genuina passione - mia e degli studenti - verso le cose del mondo, la cultura dei popoli, la situazione sociale e concreta delle persone (sempre dell'Asia).

Ciò ha comportato che mi preparassi seriamente e con creatività sugli argomenti trattati. Anzi, lo studio ha permesso anche a me di mantenere aggiornata la mia conoscenza - esperienza, in modo da essere interessante per chi ha frequentato il corso. Inoltre, ho provato una grande gioia nel vedere gli studenti sempre più coinvolti, tanto che il loro numero è andato crescendo: il primo e secondo anno si sono conclusi con circa trenta partecipanti.

Con la mente aperta

Partendo dalla passione per lo studio e la cultura, siamo arrivati a una conoscenza reciproca che ha coinvolto le persone a riflettere, informarsi e spesso ad agire. E grazie proprio a questa occasione, anche l'animazione missionaria ne ha ricavato spessore. Sono state tante le opportunità per parlare direttamente della mia esperienza in Giappone, ancor più per riflettere su temi urgenti a livello mondiale. La modalità e i sussidi principali per lo studio sono stati i libri, le notizie fresche, l'informazione critica e alternativa; insomma, non argomenti solamente televisivi o per sentito dire.

Per chi è appassionato delle missioni e della cultura dei popoli questo è il primo doveroso approccio. Essere sempre informati, attuali, critici, è la risposta ai veri bisogni dell'uomo, non dall'alto di un'autosufficienza culturale o economica, ma partendo dalla condivisione, dal rispetto e dalla conoscenza dell'altro.

L'ultima chance

Ringrazio chi mi ha offerto questa occasione: mons. Elio Burlon, primo responsabile, gli organizzatori e la segreteria. Grazie ancor più agli studenti, dai più fedeli in questi quattro anni e agli ultimi arrivati. Chiamarli studenti mi sembra poco, vista anche l'amicizia e a volte il coinvolgimento in tante altre iniziative missionarie di alcuni di loro.

Vorrei quasi chiedere un'altra chance in occasione della mia prossima partenza: tenere una lezione sul lavoro missionario in Giappone. Sono certo che ritroverei tutti gli amici da cui ricevere sufficienti domande per occupare diverse ore; quasi un corso accelerato, per chi ha espresso il desiderio di farmi visita, un giorno, nella terra del Sol Levante.



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