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Don Armando e il credito a Gesù

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Per don Armando è giunto il momento di fare il viaggio di ritorno nel cuore di Dio. Era partito nel 1934 e il 19 agosto 2021 ha vidimato il biglietto di ritorno. Sabato 21 agosto, nella parrocchia Madonna missionaria di Macomer, avviata tanti anni fa dai saveriani e con cui ha collaborato per 33 anni, gli è stato dato l’arrivederci.

mac LeddaEravamo in tanti. Fedeli e confratelli presbiteri. Il vescovo Mauro Maria Morfino ha presieduto la celebrazione e all’omelia ha tratteggiato la figura di don Armando. «La Parola di Dio - ha esordito il vescovo - è la lampada per i nostri passi, scanditi ora dal dolore, ma pure dalla certezza che la vita di don Armando è finalmente compiuta. Oggi siamo invitati a fare memoria della realtà esistenziale che sta vivendo: ciò che funziona e ciò che non funziona. Ogni sacerdote, come don Armando, è invitato a realizzare la parola di Gesù (“Non perdere nessuno di coloro che il Padre ha affidato”). Così è stato per lui. Lo sappiamo che la pienezza di vita è donare, è credere in Gesù, cioè dare credito.

È la pagina su cui don Armando ha scritto la sua vita. Si è credibili, perché si è credenti e questo è l’elemento discriminante dell’esistenza di un presbitero. La credibilità nasce dalla coerenza a Gesù. In effetti, alla fine della nostra vita, ciò che conta è aver dato credito a Gesù. Quando incontriamo qualcuno che ha creduto al Vangelo, ci chiediamo in chi crede e cosa è cambiato nella sua vita. Don Armando era una persona sobria. Il protagonista non era lui, ma Gesù. La sua vita è stata scandita dalla comunità, dal vivere in essa nei momenti più importanti (preghiera, condivisione della Parola di Dio, Eucarestia, sacramenti). Non era una persona scontenta, ma disponibile e in modo discreto.

In eredità, ci lascia di credere nel Signore Gesù. Un secondo aspetto ci ricorda san Paolo “nessuno di noi vive per sé stesso, nessuno muore per sé stesso; siamo del Signore”. Questo dovrebbe essere lo stile del presbitero (perché la morte e la vita sono momenti di passaggio). Don Armando aveva le sue idee che esponeva in modo chiaro, ma sempre disponibile al che aveva detto tanti anni fa. E Gesù lo ha portato ad asciugare tante lacrime e ad essere vicino ai bisogni della gente. Il Salmo che proclama “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla” per don Armando era vita concreta. Lui non faceva la comunione a parole, ma ogni giorno cercava di essere credibile per rendere visibile l’amore di Gesù. Ora che se ne è andato a riposarsi nella sua natia Sindia, rimane il ricordo e l’invito da accogliere di “fare credito a Gesù”».



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