Domenica andando alla messa…
Accompagnati dal figlio missionario
di ROSANNA e PAOLO FILIPPINI
Impressioni e riflessioni sulla visita in Giappone dei genitori di padre Renato Filippini, missionario saveriano di Ghedi.
Abbiamo scritto qualcosa sull'esperienza fatta visitando nostro figlio Renato, missionario in Giappone. Come campo di osservazione, abbiamo preso la Messa domenicale, come viene vissuta in Giappone e a Ghedi, in contesti sociali ed ecclesiali diversi.
La domenica in Giappone
Abbiamo visto gente con sacchi d'immondizia e rastrelli: quella domenica si faceva la pulizia del parco. Un'altra domenica abbiamo visto studenti in uniforme andare a scuola. La domenica successiva c'erano i preparativi per la festa della contrada. Siamo rimasti meravigliati.
Padre Renato ci ha detto che spesso, di domenica, si svolgono attività sociali nel quartiere o avvenimenti culturali e sportivi nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Diventa piuttosto difficile per un giapponese cristiano partecipare ogni domenica alla Messa. Abbiamo partecipato alla Messa domenicale in tre posti diversi.
In base al numero dei partecipanti potremmo dire che il numero dei fedeli presenti era più o meno come in una Messa feriale a Ghedi: da 35 a 65 persone. Con p. Renato, abbiamo fatto qualche statistica. Prendiamo Ghedi, la nostra città, come esempio: 17 mila abitanti. Mettendo insieme tutta le gente che partecipa alle dieci Messe, tra sabato e domenica, si arriva forse a un massimo di 1.500 persone, cioè neppure il 10 per cento della popolazione. Eppure sono tutti battezzati. Qui, invece, c'è solo una Messa domenicale, e vi partecipa quasi il 20 per cento dei battezzati. In tutto il Giappone, la media varia dal 20 al 30 per cento.
Ci siamo fatti una domanda: Cosa succederebbe se la domenica a Ghedi ci fosse solo una Messa? Come reagirebbero sacerdoti e fedeli? Forse tanti troverebbero un pretesto in più per non andare a Messa!
Mamma Rosanna: sakura, i ciliegi giapponesi
In Giappone, abbiamo sperimentato il senso della bellezza. Una bellezza semplice e sobria, come ad esempio l'ikebana, le composizioni floreali. Ci ha colpito la bellezza dei ciliegi: quel color rosa leggero, sull' azzurro terso del cielo primaverile. Basta una sola pianta di ciliegio in fiore per farti fermare a contemplarlo. In un istante, ti isoli da tutto il resto e ti senti affascinato.
Abbiamo visto tanti giapponesi fare hanami, cioè il picnic sotto i ciliegi, oppure passeggiare nei parchi, lungo i viali o sulle sponde dei fiumi, sempre fiancheggiati da ciliegi in fiore. Anche noi abbiamo fatto come loro. È il rito di primavera.
L'altro rito è in autunno, quando le foglie cambiano colore. Magari la prossima volta andremo in Giappone in autunno, così vedremo la differenza.
Papà Paolo: celebrare le tappe della vita
Di fronte al nuovo, nasce la voglia di conoscere e di provare tante cose per la prima volta. Abbiamo bevuto il tè verde; abbiamo usato gli stecchini per mangiare ... Abbiamo mangiato il sushi, il pesce crudo o meglio, il pesce fresco. Devo dire che è buono.
Una cosa mi ha colpito molto. Il 30 marzo compivo 60 anni. I cristiani mi hanno fatto una sorpresa: hanno organizzato un picnic in un parco, sotto i ciliegi in fiore.
In Giappone, i passaggi d'età sono considerati traguardi importanti nella vita e, dunque, sono da celebrare. Per esempio, in novembre, si celebra il Shicigosan, cioè la festa per i bambini che compiono 7 o 5 o 3 anni. A gennaio, c'è il seijin no hi, il giorno della maggiore età, che in Giappone è a 20 anni. A settembre, si celebra il keiro no hi, il giorno degli anziani. Il compleanno dei 60 anni è chiamato kanreki, cioè il completamento del ciclo della vita. Sono tradizioni di origine antichissima, quando l'età media era piuttosto bassa. Da tutto questo si capisce che i giapponesi hanno un senso sacro della vita.
Giappone e Italia: c'è bisogno di vangelo
Ritornando alle riflessioni sull' andare a Messa, padre Renato ci ha fatto notare che in Giappone i cristiani sono ancora una piccola minoranza. La domenica non è il Giorno del Signore né giorno di riposo, tante sono le attività da svolgere nel quartiere, a scuola e in ditta. Il Giappone del karaoke, dei telefonini, delle Toyota è davvero anche terra di missione, di primo annuncio. L'Italia invece, nonostante il cristianesimo abbia una lunga tradizione di maggioranza e di privilegi, è terra da ri-evangelizzare.