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''Dio ha bisogno delle mie mani''

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Ho conosciuto Diego Pirani nel 1997 in un campo scuola parrocchiale dal titolo “Teneramente Dio”. Il defunto don Antonio Recanatini, parroco di Posatora, investiva in questi campi, che venivano ben preparati. Erano un’ottima opportunità per creare fraternità e approfondire la fede.

La cenere oltre al fuoco…

Diego si distingueva dagli altri per la sua serietà e il servizio. Era lui che seguiva gli adolescenti della parrocchia. Mi impressionava perché, alla fine di tutte le attività, lo vedevo pulire e spazzare i marciapiedi della strada che porta alla chiesa di Santa Maria Liberatrice.

Per me era chiaro che aveva la vocazione alla missione. Ma il discernimento era appena iniziato. Per giungere a una visione chiara della chiamata, era necessario rinunciare ad affetti e preoccupazioni.

Il fuoco della donazione c’era già, ma non abbastanza per bruciare tutto il suo cuore.

Infatti, dopo pochi mesi trascorsi nella casa di Desio per gli studi di filosofia, Diego torna a casa: oltre al fuoco c’era ancora molta cenere!

Sulle strade del mondo

Dopo la scuola alberghiera e il lavoro presso un bar, s’iscrive all’università e si laurea in Scienze dell’Educazione. In seguito, trascorre un’estate “missionaria” in Tanzania. Questa volta il fuoco invade non solo il suo cuore, ma anche la sua fantasia.

È certamente il fuoco dello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita. Si è finalmente accorto di quanto Dio lo ami, al punto da chiedergli il coraggio di lasciare gli affetti.

Diego è chiamato a mettere da parte una carriera più volte sognata e ambita. Non solo, ma desidera mettersi sulle strade del mondo, assieme ad altri fratelli, per annunciare il Regno di Dio e il suo amore per tutti. Lo aveva compreso bene: per sempre.

Un rimorchiatore per Dio

Diego diventa strumento, meglio rimorchiatore. In Ancona c’è un bellissimo porto che si può contemplare dall’alto della cattedrale di San Ciriaco, dove egli ha ricevuto, la notte di sabato 3 settembre, l’ordinazione presbiterale.

È un porto con tanti traghetti. Pur partendo e arrivando da luoghi lontani, sono sempre guidati da un rimorchiatore, che accompagna e indica dove ormeggiare. Anche all’aeroporto, i boeing più grandi hanno bisogno di un trattore-guida per metterli in posizione di volo. Diego si fa rimorchiatore perché Dio ha bisogno delle sue mani e della sua bocca (persino della sua “scienza dell’educazione”), per far arrivare ovunque il suo Regno, la sua grazia e fare del mondo una grande famiglia in Cristo.

La prima Eucaristia a Posatora

Eravamo in molti, domenica 4 settembre nella chiesa S. Maria Liberatrice di Posatora. Padre Diego ci ha invitati a rendere grazie a Dio per il dono del presbiterato. Durante la sua prima Messa, ci ha esortati a restare fedeli alla relazione con Gesù, che ha cambiato interamente la sua vita. Noi tutti gli abbiamo promesso preghiere.

Il parroco don Dino Cecconi ha donato a ciascuno, durante la veglia di adorazione, un petalo di fiore da conservare nel libro di preghiera. È un ricordino di p. Diego da custodire negli anni a venire. Gli abbiamo augurato di poter, ogni giorno, ricevere e distribuire il grande dono della misericordia. Non solo, ma anche tanta coerenza di vita, dall’altare alle relazioni, dai sacramenti agli incontri della strada.

Lo aspettano in Camerun

Lo abbiamo incoraggiato a camminare senza paura, assieme ad altri fratelli e sorelle. Usando le stesse parole rivolte, tanti anni fa, a Madre Teresa da sua mamma il giorno della sua partenza da Skopje, auguriamo a p. Diego di “prendere nella sua mano la mano di Dio e non lasciarla mai”.

Dopo il bagno di affetto e amicizia di Ancona e Posatora, p. Diego tornerà in Camerun in una comunità di formazione. Buona missione!



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