Democrazia e giustizia in Indonesia
Per molti anni la dittatura ci ha tolto il diritto di pensare. Passare adesso a un sistema democratico è difficile. Le basi per un decidere insieme nei vari gruppi etnici ci sono; ma non è facile trasferirle a livello nazionale, perché la cultura è ancora di tipo feudale.
Già nel 1945, il “padre dell’indipendenza” Sukarno aveva proposto e diffuso il pancasila, un’ideologia basata su 5 principi da rispettare: fede in Dio, umanità, unità nazionale, democrazia, giustizia sociale. È una bella filosofia, ma è sempre stata interpretata dai governi.
Alcune correnti islamiche hanno un loro modo d’interpretarla e lo stanno dimostrando in modo chiaro con il processo di islamizzazione dell’Indonesia. Vorrebbero introdurre nella costituzione alcune parole che cambierebbero il significato del pancasila portando a riconoscere l’islam come religione ufficiale e a tollerare le altre religioni. In senso islamico tolleranza significa: non ti faccio fuori anche se sei nell’errore; ma non ti posso concedere di crescere e prosperare.
Con la nuova legge sull’educazione, ad esempio, viene sottratto ai genitori il diritto di decidere dell’educazione dei figli; un paragrafo potrebbe far considerare anche la catechesi domenicale come “scuola” e metterla sotto il controllo governativo. Qualcuno vorrebbe inserire la norma secondo cui un medico cattolico non può visitare un paziente non cattolico; sarebbe la fine degli ospedali cattolici.
Un’altra legge riguarda il luogo di residenza: se un villaggio è dichiarato islamico, possono abitarvi solo musulmani. Da questi esempi si capisce che l’interpretazione dei diritti umani è molto diversa.
Si torna all’integralismo religioso, lasciando da parte il principio del secolarismo.