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Dal 1985 i Saveriani accolgono nella loro famiglia i figli di Indonesia

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Oggi gli indonesiani Saveriani sono una quarantina

Fu una decisione sofferta e audace quella presa dai Saveriani di Indonesia di aprirsi alle vocazioni locali. Nel 1978 il governo indonesiano aveva chiuso la possibilità di entrata per i nuovi missionari. Si andava incontro ad un lento invecchiamento dei Saveriani presenti; invecchiamento che avrebbe potuto rendere difficile il rapporto tra Saveriani europei e Saveriani locali, a causa della diversa cultura, stile di fare missione, e per l'età.

La convinzione che non si poteva contrastare il "soffio dello Spirito" e che anche la Chiesa indonesiana doveva e poteva esprimere in forme concrete la sua missionarietà aveva fatto cadere ogni resistenza. Così nel luglio del 1985 venivano accolti in Indonesia i primi aspiranti Saveriani. Oggi sembra si possa affermare che la scelta compiuta era giusta e che ha portato buoni risultati.

I sacerdoti Saveriani nativi di Indonesia sono quattro: uno opera nell'isola del Nias, a Sumatra del nord; due sono già partiti per la missione saveriana del Bangladesh; il quarto sta perfezionando i suoi studi a Roma. Sette sono i teologi che stanno ultimando i loro studi in Giava Centrale; cinque gli studenti che stanno svolgendo l'esperienza missionaria con i Saveriani di Sumatra, nelle diocesi di Padang, Sibolga e Medan.

Lo scolasticato filosofico di Giakarta ha 16 studenti; sempre a Giakarta, in Noviziato si preparano 10 novizi e 16 postulanti. Questi nostri candidati provengono in maggioranza dai seminari diocesani, dove hanno frequentato il liceo. Gli studi filosofici e di teologia sono compiuti in Indonesia, presso scuole consorziate, dove confluiscono anche i giovani Gesuiti, Francescani, Missionari di Scheut, OMI, Dehoniani. Scuole riconosciute dal governo.

Si sente dire spesso che la Chiesa dovrà prestare nel Terzo Millennio una maggiore attenzione all'Asia, dove vivono i tre quinti della popolazione mondiale, e minima risulta la presenza cattolica: solo il 3%. Dovrebbero essere gli stessi asiatici ad evangelizzare l'Asia, o perlomeno a far da guida ai missionari europei in questo compito complesso ed impegnativo.

Noi Saveriani possiamo dire di essere soddisfatti del cammino compiuto? Penso proprio di sì. La caratteristica missionaria dell'Istituto Saveriano è stata sottolineata e recepita nei nostri studentati di Indonesia: l'ideale missionario rappresenta il motivo più forte che spinge i candidati ad unirsi ai Missionari Saveriani per servire il Regno.



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