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Dai racconti Africani: La storia di Kiboko

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"Attenzione, spostatevi tutti, sto arrivando. Ho una fame che mangerei tutte le piante". Così si presentò una mattina d'estate, Kiboko, l'ippopotamo. Era appena uscito dall'acqua, quando una vedova gli si mise davanti e lo rimproverò: "Sei il solito. Gli altri coltivano e tu, da maleducato, rovini tutto. Sei proprio una bestia".

"Scusami, mamma" disse umilmente Kiboko. "Sai, ho nuotato tutta la mattina e mi è venuta una grande fame. Poi ho fatto qualche dispetto ai pescatori, cercando di rovesciare le loro barche. Ma mi hanno preso a colpi di remi e mi fa male la schiena".

"Ma se tu avessi chiesto gentilmente" riprese la donna "ti avrei detto dove andare. Non ti sei accorto che sono vedova e sola? Nessuno mi aiuta. Mi devo arrangiare. Però, se mi dai una mano, faremo una cosa bellissima e potrai nutrirti anche tu. Vieni con me".

"Eccoci arrivati. Prova con i tuoi piedoni a spianare questa zona. Io poi seminerò e vedrai che presto potremo mangiare i . frutti del nostro lavoro".

Kiboko, assunto in prova dalla vedova, si mise a lavorare. Lei gli aveva parlato al cuore e aveva capito. Il lavoro diventava facile. Ogni giorno, dopo la nuotata, andava sul posto. La terra accettava il suo peso e in poco tempo fu pronta. La vedova seminò.

E ... miracolo. Dopo poco tempo, e tanta acqua scesa dal cielo, spuntarono i fiori e i frutti. E fu grande festa. Disse Kiboko: "Sei veramente generosa e intelligente. È proprio vero che l'unione fa la forza. Cosa ne dici se chiamo anche i miei amici a lavorare, a condividere la tua generosità?".

"Sono d'accordo" sorrise la vedova. "Ma andate con calma, altrimenti rovinerete tutto. Siete robusti, ma con un po' di intelligenza, la terra accoglierà il vostro lavoro".



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