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In Mozambico, il lavoro più bello del mondo!

Carissimi, da ottobre, qui a Chemba, la temperatura supera i 40 gradi. Fortuna che il clima è secco e il sudore del corpo evapora direttamente. Per molta gente si fa più acuto il problema dell'acqua. Adesso è tutto secco ed è difficile trovare un po' d’ombra.

Abbiamo completato la visita alle 91 comunità della parrocchia. Partiamo il venerdì e rientriamo la domenica. La comunità ci accoglie con danze e canti; dopo il saluto, facciamo un piccolo esame ai candidati al battesimo per vedere se conoscono le preghiere e gli aspetti fondamentali della fede. Dopo la Messa, facciamo una riunione con tutta la comunità per sentire come va. Il pasto ha sempre lo stesso menù: polenta e capra e acqua, più o meno limpida, che aspetto a bere, così le particelle più grosse si depositano.

I bambini sono sempre tanti e festanti. Spesso chiedo alle bambine se vanno a scuola e che classe fanno. Non è raro trovare ragazze della terza che dicono di saper scrivere il proprio nome. Allora chiedo di scrivere il mio per terra. Risposta: "Adesso mi chiedi troppo!"... Cerchiamo di dare un piccolo contributo per sollevare questo popolo dalla miseria e sofferenza, ma non saremo noi a cambiare la situazione. La priorità per noi è trasmettere una Parola capace di illuminare anche queste situazioni, di dare speranza e gioia, perché fa scoprire una nuova dignità: quella di essere figlio e figlia di Dio. È per questo che il lavoro del missionario è il più bello del mondo! Non lo sapevate?

p. Fabio D'Agostina, sx.


Dall'Amazzonia, p. Filippo Rota Martir manda le notizie in foto-linguaggio

Centinaia di ragazzi e giovani hanno celebrato la festa del Saverio, con un bel ritiro spirituale, animato da padre Filippo. Hanno rappresentato i suoi viaggi missionari e si sono impegnati a essere missionari del vangelo nel proprio ambiente di vita. Bravi, bravissimi!

p. Filippo Rota Martir, sx.


Da Taiwan, una curiosità... napoletana!

Padre Edi Foschiatto, friulano doc, missionario a Taipei, deve proprio fare di tutto, se non altro per onorare la proverbiale cortesia richiesta dal galateo cinese. Ma questa volta è rimasto proprio... incartato. Così ha pensato di chiedere aiuto a padre Rosario, un salernitano nato a Canicattì. Giudicate voi!

"Caro p. Rosario, come stai? Qui si tira avanti e mi pare che le cose procedano bene. Oltre a farti gli auguri di Natale, ti scrivo per chiederti un favore. Una musicista deve pubblicare in lingua cinese i testi di alcune opere di Donizetti (compositore bergamasco del primo '800, che ha diretto anche a Napoli, ndr), e mi ha chiesto di aiutarla a tradurre. Alcune sono in napoletano antico... e c'è una frase che fa, "cheste lagrime che mò m'annozzano". Cosa vuol dire "annozzare"? Se puoi, dammi una spiegazione "a spanne", che poi ci penserà lei a dare una spiegazione, sempre "a spanne", in lingua cinese. Saluti,

p. Edi Foschiatto, sx.



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