Costruire la Fraternità universale
Leggendo questo Testamento, la mia attenzione si è soffermata soprattutto sul pensiero finale, che è espresso come un voto e che riguarda la caratteristica che dovrà distinguere i membri presenti e futuri della Famiglia Saveriana: lo “Spirito di viva fede che ci faccia veder Dio, cercar Dio, amar Dio in tutto, acuendo in noi il desiderio di propagare ovunque il suo Regno…” (LT 10).
Si coglie subito come la contemplazione sia la linfa dell’azione, da cui non può essere disgiunta e in cui tutti i nostri sensi sono orientati ad acuire il desiderio dell’annuncio. Il Fondatore della Missionarie di Maria (saveriane), p. Giacomo Spagnolo, in riferimento proprio a questo testo, scrive: “Nello spirito di fede, che ci tiene orientati a Dio in tutto e per tutto, egli vede l’elemento base dello spirito apostolico. Questa considerazione è fondamentale per noi, che siamo esclusivamente missionari, il che significa che dobbiamo orientare ogni nostra attività interiore ed esterna verso la dilatazione del Regno di Dio” (Lettera di p. G. Spagnolo n. 30, 1966).
La visione di san Guido M. Conforti sembra proiettarci in avanti, in quell’ampio respiro missionario che caratterizzerà poi il post Concilio. C’è quell’ansia evangelica affinché il Regno di Dio, già presente e in crescita nel mondo, si diffonda su tutta la terra e raggiunga ogni persona, dovunque. Si intravede e si delinea la missione alla luce del profondo mistero Trinitario, perché la sorgente di ogni missione è la bontà del Padre, del Padre nostro. E abbandonarsi a Lui significa costruire e vivere la fraternità universale.