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In vista di una nuova estate missionaria con i giovani, è bello ripercorrere il viaggio in Albania 2019.

Musica a festa nel pulmino argentato, silenzio tombale nella prigione di Scutari. Risate sonore col bicchiere tentennante, sapore di lacrime alle parole di suor Gange.

Non sono abituato a emozioni così forti! Di colpo mi sono ritrovato più vicino a ogni sofferenza, a ogni persona umiliata nella propria integrità e dignità. Maria Tuçi è una giovane scuterina che rifiuta di diventare la dama di compagnia del colonnello comunista, il quale le promette: "La tua famiglia non ti riconoscerà". La chiude nuda dentro un sacco di iuta in compagnia di un gatto e dà ordine alle milizie di battere i due. La povera è presentata alla famiglia che non la riconosce.
Immergono la testa di un presbitero nella fossa e gli dicono: "Se sei un vero albanese dì che Gesù non esiste" e lui grida: "Sono albanese: Gesù è re". Quarantadue persone, fedeli a Cristo, prima di morire trovano la forza di sussurrare "perdono", dopo giorni di terribile tortura.

Queste sono alcune delle testimonianze ascoltate durante gli 11 giorni di viaggio missionario 2019 con i giovani del gruppo saveriano. Hanno vissuto a stretto contatto con altrettanti giovani albanesi, pieni di vita e di voglia di amare. Erano accompagnati da p. Andrea Gamba, suor Laura Littamè e da me. Sono stati accolti e portati per mano da una trentina di animatori albanesi dei quartieri periferici di Tirana: Bathore e Kassal.
Al termine dell'esperienza una giovane ha detto: "Il confronto con persone diverse mi ha portato a mettere in discussione tutta la mia vita". Un giovane, invece, ha commentato: "Siamo sulla porta; non dobbiamo tornare indietro, ma uscire per portare agli altri la ricchezza del dono ricevuto”.

Il dono si chiama amicizia, proprio come il tema del campo missionario 2019: “Costruiamo l’amicizia”. Per san Tommaso, l’amicizia è la condivisione dell’amore gratuito (carità). “Con i giovani albanesi sembrava ci conoscessimo da una vita”, hanno ripetuto in coro i giovani italiani che hanno lasciato casa, vacanze al mare e amici, per portare il loro cuore in questa terra calda e accogliente.
Mirupafshim! Arrivederci al 2020… per crescere nel nostro desiderio di amare e di costruire ponti di pace.



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